Mercato invernale, quando il low-cost diventa una necessità

Il clima d’austerità e un occhio ai conti, in vista dell’arrivo sempre più imminente del Fair Play Finanziario hanno caratterizzato questa sessione invernale di calcio mercato. Pochi i colpi importanti, dispersi nella miriade di voci di corridoio che, per tutto Geannaio, sono state il leit-motiv di ogni discorso calcistico, anche di più del calcio giocato. Va così, ma viene accettato di buon grado, purchè si faccia notizia.
In quest’ottica, sicuramente la telenovela Tevez: l’attaccante argentino accostato, un giorno si l’altro pure, a tutte le big d’Oltremanica; prima al Milan, poi all’Inter, passando per il PSG e di nuovo al Milan, per poi concludersi con un nulla di fatto lasciando scontente tutte le parti in causa.

Galliani avrebbe voluto portare a casa l’attaccante in prestito gratuito per poi riscattarlo a giugno, ma una volta tanto lo sceicco Mansour ha dimostrato coerenza quando affermò che il giocatore sarebbe andato via solo per una cifra adeguata al suo valore; si tratta solo di un rinvio, il discorso riprenderà in estate durante il quale Carlitos, sicuramente, cambierà casacca.

Fortunatamente, oltre agli acquisti ipotetici, si può parlare anche di quelli effettuati per davvero. Niente di trascendentale, sia chiaro,  ma è risaputo che il marcato invernale serve soprattutto a turare quelle falle avutesi con la campagna acquisti estiva. Il denaro è poco, e prima di ufficializzare un acquisto ci si pensa mille volte su. Si cerca l’affare a prezzo modico, ma soprattutto, si bada all’essenziale, cercando di capire chi è realmente utile per migliorare la squadra.

In Italia, pertanto, le grandi squadre sono state abbastanza passive. I rossoneri Campioni d’Italia, sfumato Tevez, si sono cautelati con Maxi Lopez, preso dal Catania in prestito, con diritto di riscatto fissato a 1,5 mln. Oltre al biondo argentino, anche Merkel, Mesbah e Muntari, presi per compensare le assenze per infortunio. Come quello di Pato, anche lui protagonista in questo mese, in suo possibile passaggio al PSG.

La Juventus, attuale leader in Serie A, arricchisce il suo attacco con Borriello, arrivato dalla Roma, sempre in prestito con diritto di riscatto, la difesa con Caceres, ed il centrocampo con Padoin, liberandosi poi delle “zavorre” Amauri ceduto alla Fiorentina, Toni ceduto all’al Nasr, squadra allenata da Zenga e Iaquinta, andato al Cesena.

I viola, insieme al Genoa, forse le quadre più attive in questa fase invernale di mercato, e avevano tutte le ragioni per esserlo. I viola hanno rivoluzionato l’attacco, cedendo proprio al Genoa, Gilardino per 8 mln, e il Tanque Silva, tornato in Argentina, sponda Boca Juniors. Oltre ad Amauri, come già detto, i viola si sono assicurati anche le prestazioni di Olivera, dal Lecce.

L’Inter si è vista poco. Ha provato ad inserirsi nell’affare Tevez, ma più che altro si è trattata di un’azione di disturbo ai danni della cuginanza milanista. Ha preso Juan, il giovane e promettente difensore brasiliano dell’Internacional, ma ‘idea di Branca era quella di prendere anche Lucas, ma l’esorbitante cifra chiesta dal Sao Paulo ha modificato gli obiettivi della società di Via Turati. Ceduto anche Thiago Motta al PSG, al suo posto Guarin e Palombo.

Anche le due romane sono state poco più che spettatrici, in questo “caldo” Gennaio. I lupi giallorossi si sono accontentati di riscattare Borini dal Parma, protagonista fin qui di una buona stagione e di prendere il brasilano Marquinho, cedendo però, Pizarro al Manchetser City. Le aquile biancocelesti hanno invece preso Alfaro, attaccante,  dal Liverpool per circa 3 mln e Candreva,  cedendo però Sculli al Genoa.

L’Udinese ha, invece,  optato per Gelson Fernandez e Pazienza per la sostituzione di Asamoah, impegnato in Coppa d’Africa, mentre l’Oscar di questa sessione invernale di campagna trasferimenti va assegnato al Napoli, con l’ingaggio del vice-Pallone d’Oro sudamericano Eduardo Vargas. Acquistato per circa 11 mln, il giovane talento deve però essere considerato come acquisto in prospettiva, ma con la speranza che possa dare il suo contributo già sul breve periodo.

Comproprietà, prestito oneroso, diritti di riscatto, queste la parole chiave del calcio-mercato italiano. Società costrette, giocoforza, a ricorrere a tali espedienti per far fronte ad una crisi economica che non può non coinvolgere anche il sistema Calcio. Poche le risorse, poca la liquidità e forse pochi i calciatori per cui varrebbe la pena svenarsi. Come detto c’è lo spauracchio Fair Play Finanziario alle porte, e le grandi squadre, sia italiane che europee, cercano di mettere giudizio per cercare di azzerare il passivo maturato negli anni scorsi.

Così come in Italia, infatti, anche oltreconfine non si registrano grandi movimenti di mercato. Nessun acquisto sensazionale, neanche da parte di sceicchi e petrol-milionari, abituati a spendere vagonate di milioni per chicchessia. Evidentemente qualche dirigente avrà saputo ben consigliare ed avvisare che l’epoca della vacche grasse è finito.
In Inghilterra, ad esempio, le big sono rimaste praticamente a guardare. Lo United ha persino  scomodato Scholes dalla poltrona del salotto di casa sua, rimettendolo sotto contratto, così come l’Arsenal ha fatto con Henry. Ufficialmente scelte di cuore, ma ufficiosamente scelte di portafoglio. Ancora di meno ha fatto il City, interessato piuttosto a liberarsi di Tevez; è arrivato il solo Pizarro per Mancini, ed il Liverpool che ha preferito virare  su colpi a bassa risonanza mediatica. L’unica big che ha smosso le acque della Manica è stata il Chelsea, che ha acquistato dal Bolton il difensore Gary Cahill per circa 8 mln e de Bryune dal Genk per la stessa cifra , cedendo però Alex al PSG per circa 5 mln.

Anche in Spagna tutto tace. C’è crisi anche da quelle parti e lo dimostra il fatto che il Real Madrid e Barcelona non sono mai entrate in trattative importanti. Gli azulgrana preferiscono attingere alla “cantera” per ovviare alla pletora di infortuni che ne stanno condizionando la stagione. Il Real Madrid avrebbe urgenza di vendere, non di comprare. Si sa quanto sia cara la bottega madrilena ed è, per questo, difficile trovare acquirenti che possano soddisfare le forti pretese economiche di Perez.

In Germania praticamente tutto fermo. Storicamente, la terra teutonica offre raramente particolari spunti, e il mercato invernale 2012 non ne costituisce un’eccezione. E’ noto, d’altra parte, come le grandi squadre tedesche, come Bayern Monaco e Borussia Dortmund, imperniano la loro politica aziendale sulla crescita dei vivai, notoriamente floridi. Una politica che dovrebbe essere presa come esempio anche  in Italia. Da segnalare solo il colpo Ibisevic che dall’Hoffenheim è passato allo Stoccarda.

Latitano, infine, le milionarie “new entries” del pallone: del Malaga e dell’Anzhi Makhachkala nessuna notizia rilevante, al contrario dello zelante PSG, ansioso di diventare grande, ma che forse sta bruciando le tappe in maniera confusionaria.
Poco chiari gli obiettivi dei parigini, alla costante ricerca di un nome che faccia notizia. Leonardo ha sondato tutte le piste praticabili: da Pato a Tevez, strizzando l’occhio a Cavani. Parigi è bellissima, la Ligue 1 un pò meno, ed per questo che alla corte di Ancelotti, finora unico grande acquisto, sono arrivati solo Alex e Maxwell e Thiago Motta. Un pò poco per chi brama sogni di gloria.

 

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