La sintesi perfetta del Napoli di Carlo Ancelotti

Battere l’Atalanta allo Stadio Atleti Azzurri d’Italia non è mai semplice, figuriamoci per il Napoli che resta uno degli avversari più sentiti in quel di Bergamo. I nerazzurri, come in ogni stagione, hanno dato filo da torcere alla squadra di Carlo Ancelotti che, però, è riuscito a portare a casa tre punti fondamentali.

Le scelte del tecnico emiliano si rivelano quasi sempre giuste: ieri è toccato ad Arek Milik che, subentrato a 10′ minuti dal termine, ha regalato una gioia pazzesca ai suoi compagni e a tutti i tifosi azzurri.

Ma questo Napoli sembra essere la sintesi perfetta di un processo di crescita targato Aurelio De Laurentiis. I vari allenatori susseguitisi sulla panchina azzurra hanno lasciato qualcosa a questa squadra che oggi ritroviamo nella compagine allenata da Carlo Ancelotti.

La grinta e il cuore: il Napoli è la squadra che ha segnato di più in Serie A nell’ultima mezz’ora, ben 14 reti. Ciò significa che non smette mai di crederci e non è un caso che abbia vinto la partita nel finale ieri sera. La stessa cosa sarebbe potuta accadere contro il Chievo Verona se la rovesciata di Koulibaly fosse entrata in rete anziché colpire il palo. Questo aspetto ricorda l’era di Mazzarri che ha portato all’ombra del Vesuvio tantissime vittorie in rimonta o nei minuti finali.

Una rosa completa e un gruppo solido: il processo di internazionalizzazione è iniziato in particolare con Rafa Benitez che all’arrivo in Italia riuscì a portare con sé giocatori del calibro di Higuain, Reina, Albiol, Callejon, Mertens, Ghoulam e anche Koulibaly, oggi tesoro del Napoli. Ma il tecnico spagnolo diede anche grande fiducia a Lorenzo Insigne, vestendolo del ruolo da titolare si da subito. E gran parte del gruppo costruito da Benitez è ancora in piedi e resta una delle armi in più della squadra di mister Ancelotti.

Un’identità di gioco precisa: negli anni che hanno preceduto il mister ex Bayern Monaco, Maurizio Sarri ha attribuito una precisa identità di gioco al Napoli. Manovre offensive fatte di fraseggio stretto e verticalizzazioni quando necessario, quest’ultime aumentate, e non di poco, con l’era ancelottiana.

Insomma Carlo Ancelotti sembra aver tirato fuori tutto ciò che negli anni è stato impartito a questa squadra e chi meglio di lui poteva fare una cosa simile?

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