Tanti aspetti, alcuni tra più importanti, della vita, delineano la propria importanza, vera, reale, esclusivamente nel momento in cui l’assenza ne tratteggia il bisogno. Diciamolo. Una massima che trova, spesso e volentieri, riscontri anche sul rettangolo di gioco. Forse non per Sarri, che l’apporto essenziale di Raul Albiol l’ha sempre posto all’indice, in evidenza. Ma in tanti, quasi tutti, sono riusciti a ricredersi sulla peculiarità dello spagnolo al centro della linea a quattro del tecnico ex Empoli dal momento della sua assenza.
Dal Benfica, il 29 settembre, a oggi, qualcosa è cambiato. E anche di più. Non che i sostituiti abbiano demeritato, Maksimovic prima e Vlad Chiriches poi hanno comunque mostrato tutte le proprie qualità nelle occasioni messe sul piatto. Ma è l’equilibrio nel suo insieme che dietro è mutato. Esperienza, personalità e carisma. Vero e proprio leader silenzioso. A distanza di un mese la mancanza dell’ex Real è mutata in un tarlo con cui convivere. Quasi come se all’intero pacchetto difensivo mancasse in più di un’occasione, quando c’è da tenere spirito fermo e nervi d’acciaio, la propria guida.
L’edizione odierna del Corriere dello Sport si sofferma sui tempi di recupero del centrale ex Real. Anche nella giornata di ieri Albiol ha proseguito il proprio lavoro a parte, condizione minata dalla contrattura accusata nella gara contro i campioni di Portogallo. L’assenza anche contro la Lazio, in una sfida che grazie all’ottimo lavoro svolto da Simone Inzaghi ha assunto in questa prima fase di stagione il profumo della Champions, è un dato ormai da mettere agli atti in maniera pressoché definitiva. Sosta fondamentale, in tal senso, con Sarri che potrà finalmente ritrovare il proprio centrale titolare, a pieno regime, in vista della trasferta di Udine il 19 novembre.