Le quattro fasi di un mercato da ricordare. Nel bene e nel male

Finalmente il calciomercato ha chiuso i battenti e, come ogni anno, è pervaso dai sentimenti contrastanti dei tifosi. Per fare ordine, e per i più distratti,  lo si può suddividere in quattro fasi distinte:

IL PICCO – Senza ombra di dubbio l’acquisto di Gokhan Inler, per come è nato e per come si è concluso. Una telenovela lunga quasi due anni, un continuo tira e molla mediatico fatto di dichiarazioni, smentite, episodi, non esultanze e segreti che resteranno irrisolti. E poi, tutto d’un tratto, eccolo spuntare su una nave da crociera con la maschera da leone: assolutamente un picco, ma del surreale e della goliardia. Però, se picco deve essere, lo è soprattutto in termini economici (16 milioni) e tecnici visto che finalmente Mazzarri avrà il centrocampista più adatto alla sua visione di gioco, abile nel mixare le arti del recupero e dell’impostazione. Se mancava qualcosa al Napoli dei miracoli dello scorso anno era proprio in mezzo al campo. Probabilmente se fosse arrivato già a gennaio scorso a quest’ora ci sarebbe un bel tre nel palmares azzurro.

IL PUNTO(I) PIU’ BASSO(I) – La cessione di Victor Ruiz potrebbe diventare col tempo molto indigesta. Solo otto mesi fa veniva strappato dalla concorrenza internazionale per far si che esprimesse al massimo le qualità nelle sue corde. Poche apparizioni, seguito dall’ambientamento di routine, facevano pensare che l’anno successivo sarebbe diventato elemento determinante nello scacchiere azzurro. E invece ancora problemi, con la lingua e con il resto, e un Britos in più a sbarrargli la strada. Appena è giunta l’offerta del Valencia di 8 milioni agli sgoccioli del mercato, De Laurentiis ha fatto “2+2” e ha pensato di incassare una piccola plusvalenza. Ma per questo leggero margine ne sarà valsa la pena? C’è solo da augurare allo spagnolo le maggiori fortune possibili affinché il suo talento cristallino risplenda come merita. Qualcuno dalla regia suggerisce come punto più basso anche la questione della napoletanità. E’ un discorso troppo lungo e dalle intense sfumature polemiche, quindi per ora concentriamoci esclusivamente sul calcio.

IL COLPO CHE VERRA’ – Rossi, Rossi e ancora Rossi. Nominato più volte; desiderato come un gioiello; cercato e forse prenotato per gennaio o giugno prossimo. Averlo avuto già ora sarebbe stato da infarto, ma le continue dichiarazioni benevole di Pastorello e gli attestati di stima da parte dello stesso Pepito verso Napoli lasciano presagire buone sensazioni. La strada è spianata, ora tocca a De Laurentiis arrivare in fretta alla porta dell’American boy.

WELCOME TO ARGENTINA – Lavezzi e Campagnaro non vi bastavano? No problem, arriva la colonia argentina sulle sponde del Vesuvio: Fernandez, Santana, Chavez e Fideleff. Un gruppo ricco di talento e voglia di emergere che, come ben sappiamo, a Napoli sarà di casa. Ormai è tradizione, e tra qualche anno lo diventerà anche la cumbia.

A questi quattro momenti topici vanno aggiunte anche le entrate importanti di Dzemaili, Rosati, Colombo, Donadel e Pandev. In tutto sono undici, proprio come un altro Napoli. L’obiettivo principale era questo, solo che le mitragliate giornaliere di nomi accostati agli azzurri lo hanno leggermente insabbiato. E un grande plauso va anche a Bigon, poiché ha saputo orchestrare le cessioni nel miglior modo possibile conseguendo la meta fondamentale della rosa tipo. E adesso? Niente: mettetevi comodi e iniziate a tifare!

Giorgio Longobardi

RIPRODUZIONE RISERVATA

Home » Ultim'ora sul Calcio Napoli, le news » Le quattro fasi di un mercato da ricordare. Nel bene e nel male

Impostazioni privacy