Le dieci cose che ogni tifoso azzurro si aspetta dal Napoli del 2017

Qual è la figura più importante in una società sportiva? Un presidente ed il suo staff? Oppure tecnico e calciatori? La risposta è molto semplice: il tifoso. Lasciando per un attimo l’aspetto legato al soldo, nulla ha senso nel gioco del calcio, come in generale nello sport, senza il tifoso. Compiere delle gesta memorabili ha senso soltanto se c’è qualcuno pronto a raccoglierle ed a conservarle nella propria memoria a lungo termine.

Ma il tifoso è per definizione esigente, puntiglioso, al limite del fastidioso, pur sempre al fine di vedere la sua squadra trionfare su quella avversaria, e fregiarsi del primato di vincitore, perché ottenuto secondo un “principio di delega” ai propri idoli sportivi.

Abbiamo provato quindi a riassumere in dieci punti quello che un tifoso azzurro, particolarmente passionale e di bocca buona, vorrebbe per il prossimo anno.

DIECI COSE CHE OGNI TIFOSO AZZURRO VORREBBE

1- Un San Paolo finalmente confortevole e moderno.

Lo inseriamo come primo punto di questa nostra lista perché riteniamo che sia ciò che più arreca fastidi e disagi a chi può dirsi “tifoso al quadrato”, ovvero chi vive di e per lo stadio. La struttura fatiscente dello stadio allontana in primis le famiglie (bagni letteralmente ai limiti della civiltà) e poi anche chi nell’era moderna preferisce uno schermo di svariati pollici alla lontananza dal campo. La pista d’atletica è un vero e proprio macigno nell’era delle Pay Tv e del 4k. Poi ci sarebbe il tema biglietti, altro fattore limitante per il tifoso che vuole vivere l’atmosfera dei cori e delle bandiere, e spesso si trova impossibilitato per motivi economici ad assistere ad una gara del ‘suo’ Napoli. Lunedì 19 dicembre sono iniziati i primi lavori per rendere lo stadio azzurro quantomeno accettabile per la sfida col Real Madrid di marzo. Si aspettano i primi miglioramenti tangibili.

2- Continuare a godere del gioco di Sarri a prescindere dai risultati

Chiariamo in primis che nel calcio, e sopratutto per un tifoso italiano il risultato è da anteporre a tutto, persino al gioco della squadra. Quante volte in questo primo scorcio di campionato si è ripetuta la frase “la Juve vince anche se gioca male, il Napoli non sa farlo”. E noi aggiungiamo non Deve farlo. In un epoca di pragmatismo assoluto, dove tutto è legato al mero dato statistico, c’è ancora chi sa divertire, e questo è il Napoli di Maurizio Sarri. In questi 36 mesi di sarrismo i tifosi napoletani hanno finalmente riscoperto la passione per il gioco, un gioco che a così alti livelli nessuno esprime in Italia. Ed allora non possiamo che augurare a Sarri di continuare a meravigliarci. Se un film non termina come volevamo, non obbligatoriamente è da buttare, ma può restare un gran capolavoro.

3- Vincere uno dei tre trofei disponibili

Ecco la prima contraddizione, si dirà. Ed invece non è così, perché attraverso il gioco si può arrivare ovunque, e se non c’è da disperarsi in caso di mancata vittoria, allora il godimento è doppio se si arriva ad alzare una coppa. L’ultima alzata dal Napoli è stata quella della notte di Doha del dicembre 2014, in faccia a Buffon e compagni battuti all’ultimo respiro ai calci di rigore. Sono passati solo due anni, ma il Napoli sa di poterci riprovare e se la Champions forse è una chimera, allora campionato e sopratutto Coppa Italia sono alla portata dei partenopei.

4- Passare il turno di Champions, o anche solo giocare da padroni col Real

Sono la squadra che presa individualmente è la più forte di tutte? Probabilmente si. Sono imbattibili? Sicuramente no. Gli uomini di Zidane sono certamente la squadra più ostica che il Napoli avrebbe potuto pescare dalla disgraziata urna di Nyon, eppure si possono mettere in difficoltà come ha dimostrato il Borussia Dortumund ai gironi. E la squadra di Tuchel non è molto distante da quella di Sarri: giocatori giovani, che corrono come dei forsennati e giocano nello stretto uno dei più bei giochi d’Europa. La squadra di Sarri da questo punto di vista può imitare e superare gli uomini in maglia giallonera: e poi chi non vorrebbe vedere Mertens e compagni esultare sotto la curva dipinta di bianco del Bernabeu?

5- Migliorare il rapporto gol fatti/subiti: il Napoli subisce troppo

Veniamo ai fatti più strettamente di campo. Ciò che ha portato il Napoli al terzo posto, è sopratutto il numero eccessivo di gol subiti, ben 21 in Serie A ed 8 in Champions, troppi rispetto alla concorrenza. I campionati si vincono soprattutto in difesa ed il Napoli ha dimostrato di non essere solidissimo sotto questo punto di vista. A gennaio mancherà anche Koulibaly e ci vorrà il miglior Maksimovic ed il miglior Chiriches, aspettando Tonelli. Insomma i giocatori ci sono e la classe non manca, tocca soltanto inserire i nuovi nel progetto Sarri, e provare a giustificare la valutazione di 25 milioni del serbo. Segnare di più sembra impossibile (nessuno ha fatto 40 gol in Serie A), ma subire di meno si può.

6-Ritrovare Milik al più presto: il centravanti è un totem per gli azzurri

Dal luglio del 2010 fino ad oggi il Napoli ha avuto un unico comun denominatore: la dipendenza atavica dal centravanti. Prima Cavani, poi Higuain ed adesso Arek Milik. Tutto sembrava essere andato per il meglio e tutto faceva presagire all’ennesima genialata di De Laurentiis (sotto questo punto di vista impossibile da criticare). Milik si è presentato ai tifosi azzurri con un bottino invidiabile: 7 gol in 9 partite stagionali, con tanto di tre segnature in Champions, numeri da top player. Tutto bene fino al terribile infortunio con la Polonia che lo terrà lontano dai campi ancora un mese o due. Ed anche se Mertens si è trasformato in un falso nueve super prolifico nel mese di dicembre, con 9 reti in 4 giornate, quel senso di mancanza resta. Meglio non forzare il rientro, ma Milik già scalpita ed i tifosi sognano.

7- Mantenere i propri gioielli per i prossimi anni, il Napoli del futuro fa già impazzire

Quello che si nota ad un primo sguardo della rosa del Napoli è quanto quest’ultima sia proiettata al futuro e con margini di miglioramenti incredibili. Se si pensa che giocatori come Diawara (19 anni), Zielinski (22), Milik (22) e Koulibaly (25) sono già dei perni importanti della rosa e che possono ancora crescere, allora il Napoli può vederne delle belle. Tuttavia questi giocatori sono anche ricercati da tantissimi top club europei, ed il Napoli deve essere bravo a non cedere alle tentazioni del dio denaro. Tenere tutti i propri gioielli per essere ancor più competitivi tra un paio di anni e provare a puntare al titolo. Ah e poi ci sarebbe Rog

8- Provare a rigiocarsi ancora una volta il primato con la Juventus, ma al San Paolo

Questo è più un sogno che un obiettivo. Una domanda infatti resta: come sarebbe andata se la partita dello Stadium decisa da Zaza si fosse giocata al San Paolo? Lo stadio azzurro è da sempre il dodicesimo uomo in campo, e forse l’esito sarebbe stato diverso. Se quest’anno dovesse accadere di nuovo una situazione simile, le motivazioni sarebbero ancora maggiori, poiché dall’altro lato risiede quello che per i napoletani è il simbolo del tradimento di un’intera città, Gonzalo Higuain. Battere la Juve potrebbe dimostrare ai bianconeri ed al Pipita che Napoli non è inferiore a nessuno.

9- Completare il mercato di gennaio, per dare un ultima spinta al campionato

Capitolo mercato. Il Napoli ha praticamente già preso Pavoletti, per sostituire come ponderabile Gabbiadini, che dovrebbe fare un’esperienza all’estero. Ma il mercato non dovrebbe chiudersi qui, sopratutto per quanto riguarda il capitolo terzino sinistro, che sostituirà Ghoulam, partente per la Coppa d’Africa. Prendere un terzino mancino non è mai semplice e le possibilità sul mercato sono poche. I tifosi sperano in un grande colpo (Darmian?), ma probabilmente questo non arriverà nella sessione di gennaio. La voglia dei tifosi sarebbe quella di rafforzare la rosa, ma scommettiamo che anche loro sarebbero in difficoltà nello scegliere giocatori da sostituire a quelli attuali (escludendo top player inarrivabili).

10- Un 2017 diverso

In un anno che ha visto le stragi francesi e quelle di Aleppo, e tragedie incredibili come quelle della Chapecoense, il primo augurio che un tifoso può fare al nuovo anno è quello di ritornare un po’ più umani, almeno nell’ambito delle manifestazioni sportive. La realtà contingente brulica di immagini agghiaccianti, l’augurio più importante per il nuovo anno è che almeno il calcio resti il calcio.

 

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