Il weekend napoletano di Maradona tra mare, tv, Procura ed una dedica speciale

Prima alla Procura di Napoli, poi alla Commissione Tributaria Regionale. Maradona è arrivato in Procura alle dieci in punto per depositare nelle mani del pm Claudia De Luca una querela per diffamazione nei confronti di Gene Gnocchi. Mesi fa il comico nel corso di uno sketch durante la Domenica Sportiva, aveva fatto una battuta su Maradona con un riferimento al cartello di Medellin e successivamente si era scusato. Diego ha deciso di andare avanti. «Solo io posso sapere che cosa significa essere vittime della droga e quali sacrifici siano necessari per uscire dalla tremenda schiavitù. Da oltre dieci anni io ne sono fuori e non permetto a nessuno di accostare il mio nome a quello dei narcotrafficanti, nemmeno per scherzo. La droga è morte, dolore, un modo per arricchire la criminalità. Non cadete in questa trappola», questa la dichiarazione fornita ieri mattina al pm, secondo quanto riferito dal suo avvocato Angelo Pisani che ha reso nota la volontà di Diego di devolvere l’eventuale ricavato in beneficenza per i bambini bisognosi di Napoli.

«Non sono un evasore». La seconda tappa dell’argentino: Diego si presenta di persona, per la prima volta,
davanti ai giudici della Commissione Tributaria Regionale. All’esterno c’erano ad attenderlo una cinquantina di tifosi e curiosi, applausi e cori. Un’altra tappa della sua battaglia
con il fisco. Maradona, accompagnato dagli avvocati Angelo e Sergio
Pisani e dal professore Angelo Scala, ha depositato ai giudici della Commissione, presieduta da Maurizio Stanziola, una scrittura di tredici righe a sua firma. «Dopo anni di ingiusti attacchi mediatici ed esattoriali a mio danno, grazie al lavoro dei
miei avvocati e periti, finalmente è dimostrato agli italiani e al mondo intero che non sono mai stato un evasore. Oggi addirittura posso dimostrare con documenti alla mano che quanto vogliono da me, anche con ingiusti atti di forza, venne già condonato
e pagato nel 2003 da Ferlaino, mio datore di lavoro, nelle more
delle cause sempre vinte dal Calcio Napoli. Mi hanno pignorato orologi ed orecchini ed ora chi mi restituirà la mia immagine e tutti questi anni vissuti lontano da Napoli? Io gioco solo per far vincere la giustizia». Depositato da Diego e dai suoi legali anche un dossier, corredato da una perizia tecnica contabile di 32pagine.
«I sette anni a Napoli». Maradona si è poi spostato ad Avellino dove in pomeriggio aveva fissato l’appuntamento per una registrazione di due ore a PiùEnne Tv. L’argentino dopo l’evento di offshore ha rilasciato un’intervista a una tv di Dubai. «Napoli è la mia città, sono stato qui sette anni, che da altre parti sono quindici. Un pronostico sui Mondiali? Se fossi un indovino non sarei qua».

La maglia autografata a Ciro. Diego ha firmato una sua maglia con una dedica speciale per Ciro Esposito, il giovane tifoso napoletano ferito gravemente a Roma nel prepartita della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina, ricoverato all’ospedale Gemelli di Roma. Maradona si tratterà anche oggi a Napoli e non è da escludere la possibilità che possa andare a trovare Ciro in ospedale per consegnargli di persona la maglietta.
Sicuramente sta pensando a una sorpresa che potrebbe essere un videomessaggio per il tifoso azzurro.

A cena in albergo. Ieri sera era prevista in primo momento una cena da Mimì alla Ferrovia, con un invito da allargare agli amici di sempre e a qualche vecchio compagno. Poi Maradona, rientrato poco prima delle 20, all’hotel Romeo ha deciso un cambio di programma e si è fermato a cenare in hotel, una location che ha trovato di totale gradimento. Oggi l’ultimo giorno napoletano, in pomeriggio Maradona rientrerà a Dubai.

FONTE Il Mattino

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