“In ogni viaggio, in ogni torneo, porto sempre Napoli nel cuore”. E’ così Rosario Maddaloni, attaccato alle origini. Fiero. E’ campione nazionale di Badminton, rigorosamente partenopeo. Sin da quando aveva 9 anni ha scoperto la racchetta e la palla con le piume. Ha sfiorato l’impresa della qualificazione alle Olimpiadi di Londra. E ora punta a Rio 2016.
Non poteva mancare, però, una battuta sulla partita di ieri. “Cosa mi è piaciuto? La grinta, il carattere, la voglia. Si è visto da subito che volevano vincere. Abbiamo segnato tardi, è vero. Sull’1-0 forse abbiamo rallentato un po’ il gioco. Ma il 2-0 rimane un grande risultato. E’ arrivato troppo tardi, è vero, ma questa è la cattiveria che vorremmo vedere ogni volta sul campo”.
Ma dopo la partita di ieri a prevalere non è la delusione, né tantomeno la rabbia. “Siamo orgogliosi di questo Napoli”. Nei suoi viaggi intorno al mondo (Cuba, Cina, Danimarca, Olanda, Islanda, solo per citarne alcuni), Rosario non smette mai di portare con sé un po’ di Napoli. “Sono nato a Napoli, mi sento napoletano fin dentro le vene. In ogni esperienza, in ogni intervista, mi piace ricordare le mie origini partenopee”.
Perché Rosario, in fondo, si rispecchia nel sentimento napoletano: “Penso che anche la mia cattiveria agonistica, il mio carattere e la mia forza derivino dalle mie origini”.
Prima di lasciarlo, però, non possiamo evitare una domanda sui giochi olimpici di Rio nel 2016. “Sono un napoletano, sono scaramantico. Posso solo dire che la strada è ancora lunga. Vediamo…”.
E qual è il giocatore in cui ti rispecchi: “Adoravo Lavezzi, quand’era a Napoli. Della squadra attuale mi piace molto Inler, proprio per la sua prestanza fisica e la sua grinta. Ricordo ancora la sua presentazione con la maschera da leone e la maglia numero 88. E poi, io sono nato proprio l’88. Penso – conclude – che Marek Hamsik sia destinato a diventare la bandiera di questo Napoli”.
Raffaele Nappi
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