Folle ricostruzione da Milano: “Niente rigore, il fallo è di Osimhen”

Continua la polemica a causa del mancato rigore in Barcellona-Napoli per il fallo di Cubarsì su Osimhen, particolare ricostruzione da Milano.

Una sconfitta che fa parecchio male al Napoli, quella colta a Barcellona contro i blaugrana di Xavi, bravi ad imporsi per 3-1 ai danni degli azzurri. Le reti di Fermin Lopez e Cancelo hanno spianato la strada alla qualificazione catalano, messa poi in discussione di Rrahmani, prima del definitivo punto esclamativo ad opera di Lewandowski.

A macchiare l’incontro, però, è stato un episodio che sta facendo e non poco discutere i social: ovvero quello del contatto tra Cubarsì e Osimhen a inizio secondo tempo che poteva essere sanzionato con un calcio di rigore per gli azzurri, sul momentaneo risultato di 2-1. Chiaro che un episodio del genere avrebbe potuto completamente spostare le sorti della qualificazione. Tutte le moviole concordano col dire che il penalty fosse netto, addirittura si sottolinea come Christensen sia stato graziato dalla sestina arbitrale per un duro fallo ai danni di Lobotka, passabile di cartellino rosso.

Tancredi Palmeri controcorrente, il fallo è di Osimhen su Cubarsì

Eppure sul mancato rigore assegnato al Napoli, c’è un particolare commento che sta scatenando la polemica sul web. Si tratta di quello pubblicato dal giornalista di Sportitalia, Tancredi Palmeri, su X. Ebbene, secondo il cronista, non solo il rigore su Osimhen non c’era assolutamente, ma il direttore di gara Makkelie avrebbe dovuto fischiare fallo del nigeriano ai danni del giovane difensore blaugrana. Ecco quanto evidenziato:

Mi dispiace ma si stanno sbagliando tutti clamorosamente nel dire che fosse rigore su Osimhen. Non solo non c’è fallo, ma nell’immagine si vede chiaramente che è persino Osimhen per primo a prendere il piede del marcatore.

Una ricostruzione particolare e singolare, che ovviamente sta attirando le ire dei tanti tifosi napoletani.

ECCO IL TWEET:

A prescindere da tutto, il Napoli può rammaricarsi per l’andamento del match, anche perché giocato a un buon livello al cospetto – va ammesso – di un Barcellona complessivamente più forte. Resta forte il dubbio su come sarebbe andata se Calzona fosse arrivato prima e avesse avuto più tempo per plasmare questo Napoli a sua immagine e somiglianza. Ora ci sono dieci gare di campionato sul quale concentrarsi. Sfide nel quale gli azzurri dovranno provare a inseguire la qualificazione alla prossima edizione della Champions League. L’impresa è proibitiva, visti i 7 punti di distacco dal Bologna quarto. Ma con la forza del gioco che pian piano il Napoli sta ritrovando, tutto potrebbe ancora accadere.

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