Lobotka: “Spalletti mi ha fatto esaltare, avevo dei problemi”

Stanislav Lobotka è il volto e il cervello del Napoli di Luciano Spalletti che sta scrivendo la storia in Serie A. Il centrocampista slovacco, diventato imprescindibile solo l’anno scorso dopo stagioni andate a vuoto, si è preso tutto il palcoscenico e ora senza di lui gli azzurri non sembrano poter andare avanti.

Lobotka ha rilasciato una lunga intevista a Il Mattino in cui ha parlato della sua esperienza a Napoli, del futuro e degli obiettivi di squadra.

Tutto passa per la mente. È la mia tranquillità la vera forza. Certo, sono belli e mi inorgogliscono i paragoni con Xavi e Iniesta. Sono due talenti che ho sempre ammirato anche perché, loro come me, hanno sempre dato l’impressione di giocare per i compagni, di voler dare un aiuto per far vincere la squadra. Perché ogni giocata deve avere come scopo portare al gol.

Lobotka
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Lobotka tra Scudetto e Champions League: poi la differenza tra Spalletti e Gattuso

Il centrocampista del Napoli, poi, si è soffermato anche sul suo primo impatto a Napoli e sulle differenze tra Gattuso e Spalletti. I due allenatori hanno creduto in maniera diametralmente opposta alle sue qualità.

Problemi a Napoli?

Non ho avuto, all’inizio, solo qualche problema fisico. In realtà è la fiducia in me stesso che è mancata. Ho provato a migliorarmi ma ho dovuto fare conti con il fatto che non avevo continuità in campo. E come si migliora se poi non hai spazio in una partita? Ho aspettato che arrivasse il mio turno e ho anche lottato per avere delle altre possibilità, perché non mi sono mai arreso. Ma devo dire che è stato un periodo complicato e le difficoltà di quei momenti non sono state poche perché non giocavo, non trovavo il ritmo e la salute mentale. La strada giusta non è stata semplice da trovare, ma l’ho trovata solo con l’arrivo di Spalletti.

Sulla differenza tra Spalletti e Gattuso

L’ingrediente fondamentale per riuscire nella vita è sentire la fiducia di chi ti sta attorno. Quando è arrivato Spalletti al Napoli ho avvertito che le cose erano cambiate, che era arrivato il mio momento. L’ho sentito parlare di bel calcio, di gioco di squadra ed era proprio il mio modo di intendere il calcio. È stato l’allenatore il fattore mentale fondamentale per la mia svolta.

Spalletti non è mai felice. Possiamo fare qualsiasi tipo di prestazione, possiamo essere primi in classifica ma lui viene e ci dice che la prossima gara deve essere migliore di quella appena finita. Mi piace che lui dica sempre che dobbiamo giocare a calcio, che ci tenga sempre concentrati sugli obiettivi, che si faccia vedere insoddisfatto anche quando le cose vanno
bene. Non staremmo qui senza di lui.

Lobotka parla dello Scudetto

Come posso nascondere che si sta una favola? È bello stare così in alto, ma non siamo ancora blindati. Non è finita con 16 partite ancora da giocare: non sono poche, sono tantissime. Perché potremmo anche perdere prima o poi anche se noi speriamo di non perdere mai più. Noi dobbiamo continuare a scendere in campo senza pensare di essere così in alto. E alla fine spero che lo scudetto lo vinciamo noi.

Anche l’anno scorso siamo partiti bene ma certi infortuni ci hanno complicato la strada e non poco. Non so cosa sarebbe successo se non ne avessimo avuto così tanti. Ma sia ben chiaro: avremmo voluto vincere lo scudetto anche un anno fa. Ora quello che conta è continuare ad avere la rosa sempre a disposizione perché questo è uno dei fattori fondamentali per arrivare al grande traguardo.

Li ho visti i video dei festeggiamenti sui vecchi Scudetti. E mi fanno immaginare quello che potrebbe succedere. Ma la strada è ancora lunga e in salita. Napoli mi piace anche non esco molto da casa ma quando vedo i tifosi pazzi di gioia per quello che stiamo facendo sono felice: trasmettono amore puro, come pochi altri.

Hamsik sarebbe felice dello Scudetto del Napoli

Credo che se dovessimo centrare il traguardo che è ancora lontano, Hamsik sarebbe uno dei più felici. È stato per anni il capitano qui e so che lui è arrivato tante volte solo a sfiorarlo lo scudetto. Quando c’era lui, la squadra era forte: non so se ha detto qualcosa a Giuntoli per farmi prendere, so che il direttore per mesi ha cercato di portarmi qui al Napoli.

Lobotka sulla Champions League

Ne abbiamo fatta di strada. Prima della stagione nessuno credeva in noi, eravamo soli ma la cosa non ci ha mai turbato. Anzi. Ne abbiamo fatto una forza. In Champions nessuno pensava potessimo andare così bene ma abbiamo fatto belle gare e abbiamo mostrato un bel calcio. I complimenti che ci sono arrivati con le vittoria europee sono stati importanti. Non abbiamo nessuna voglia di pensare già all’Eintracht. Il Sassuolo è una squadra piena zeppa di qualità.

Sul sogno sportivo e personale nel cassetto

Da chi mi piacerebbe essere allenato? Faccio un nome facile: Guardiola. Piace a tutti: il suo modo di interpretare il calcio è unico, quello che fa vedere nel Manchester City è straordinario. E lo è da tempo.

Mi fa piacere che in campo tutti mi cerchino, che sanno di poter contare su di me. Io penso sempre a fare il meglio per loro. Sia quando siamo in vantaggio che quando la gara si complica. Cerco sempre di trovare spazi per loro, con i movimenti che proviamo in allenamento per trovare condizioni migliore per andare a segnare.

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