“Segna Hamsik, ma tutti toccano il pallone, proprio come i blaugrana del Tiqui-taca e il Manchester City di Guardiola e lampi dell’Olanda che fu di Cruijff” scrive la Gazzetta dello Sport.
La rosea tesse le lodi della squadra allenata da Maurizio Sarri, e la inserisce in una sorta di olimpo del calcio, insieme a formazioni non di certo di seconda fascia: “Sarri ha costruito una squadra ammirata in Italia e in Europa che sembra aver preso un po’ da tutti gli esempi che abbiamo fotografato qui: il pressing alto e asfissiante del primo Barça di Pep, la verticalizzazione introdotta da Luis Enrique, la velocità di esecuzione del City. Aggiungendoci del suo: i possessi del Napoli tendono ad essere più brevi, e Sarri rispetto ai modelli catalani si appoggia di più alle fasce. E poi ci sono altri due grandi meriti: quello di predicare di fronte a fedeli cresciuti in un’altra parrocchia e la capacità di far girare la testa agli avversari con calciatori meno illustri dei vari Messi, Xavi, Iniesta, Busquets, Dani Alves, Piqué o Neymar, solo per citare i più altisonanti”.