Prestazione sottotono e occasioni fallite da Mertens: ma il problema del Napoli è davvero il centravanti?

Il Napoli scivola in casa: fallisce un’occasione importante e regala tre punti a quella che, in questo momento, si può definire come una diretta concorrente per la zona Champions: l’Atalanta di mister Gasperini. Stavolta, il fattore San Paolo non ha sortito gli effetti sperati. Anzi, tutt’altro. Ha provocato effetti controproducenti. Le polemiche post Real Madrid erano nell’aria e si sono notate in tanti piccoli segnali, come ad esempio il silenzio stampa della società partenopea. La squadra ha giocato male ed è andata a sbattere contro il muro issato dalla retroguardia atalantina. I migliori interpreti del modulo di Sarri spariscono e sembrano involuti rispetto alle precedenti uscite. Si vede poco e niente, solo qualche sussulto.

Il tecnico azzurro si affida ancora una volta alla velocità e alla imprevedibilità del tridente dei ‘piccoletti’, ovvero quello formato da Callejon e Insigne sugli out, e con Mertens ad agire da centravanti. Ad essere al centro dell’attenzione, nel corso degli ultimi mesi, è stato proprio il belga. In realtà ci sarebbe poco da discutere su di lui, dal momento che nelle ultime nove partite ha messo a segno ben tredici reti, condite per giunta da quattro assist vincenti; ma le polemiche non si sono placate. I pareri erano e sono discordanti riguardo il suo nuovo ruolo di centravanti. Spesso il folletto belga è stato accusato di non essere in grado di sfondare le difese più solide e organizzate e di non riuscire ad essere determinante in momenti chiave, come per esempio  nella notte di Madrid o in quella di Torino contro la Juventus. Ma c’è anche chi la pensa diversamente, chi reputa Mertens essere in grado di sgretolare le retroguardie avversarie con il suo velocissimo cambio di passo e la sua devastante tecnica.

Dries, da falso nueve, può piacere e non piacere ma una cosa è certa: i numeri stanno tutti dalla sua parte, così come il suo allenatore. Una chiave di lettura nell’ambito delle varie partite fallite dal Napoli può essere colta nella grande fatica che Sarri fa a discostarsi dal suo modulo di gioco e, soprattutto, a far ruotare Mertens. Alla luce di un fallimento così rumoroso e frastornante, in cui il belga è apparso sotto tono, soprattutto in occasione della grande occasione fallita alla fine del primo tempo, è giusto porsi delle domande. A breve arriverà un ciclo di partite che potranno dare una svolta importante alla stagione del Napoli. Dries continuerà a muoversi da centravanti? Oppure mister Sarri preferirà tornare agli albori, collocando il rientrante e scalpitante Milik al centro dell’attacco, e dirottando il “14” sulla fascia sinistra in una continua staffetta con Insigne? Le squadre avversarie hanno trovato il modo di arginare la trovata tattica dell’allenatore toscano? È giusto cambiare un meccanismo che ha funzionato per così tanto tempo, dando la possibilità agli altri giocatori di giocarsi le proprie carte nelle gerarchie offensive?

Queste sono solo alcune delle tante domande che i tifosi del Napoli si sono giustamente posti. Ma a conoscere la risposta è solo lui, Maurizio Sarri. E soltanto il tempo ci dirà se sarà il caso di intestardirsi e focalizzarsi sulle proprie idee oppure se sarà il caso di iniziare a ritrattare su queste ultime. Di certo, la partita con l’Atalanta non è un bel segnale e lascia aperte tante domande senza risposta. L’obiettivo della partecipazione alla prossima edizione della Champions League resta perseguibile ma è necessario non perdere altri colpi. La partita dello Stadium, però, può essere un banco di prova importante per cercare di comprendere le prossime mosse di Sarri. Insomma, c’è solo da ingoiare il boccone amaro e da pensare al prossimo e cruciale impegno.

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