Ci avete rovinato il calcio. Teatrini violenti, qualcuno prenda esempio dal signor Sivori

Passione. Valori. Gioie e sorrisi. Lacrime, emozioni e soddisfazioni. Eppure ciò che dovrebbe essere non rispecchia ciò che è. Parliamo del calcio, quello sport meraviglioso, o che tale sarebbe dovuto rimanere. Un’utopia per le generazioni moderne, complici e vittime, allo stesso tempo, di un sistema in crisi. Nulla va, quello sport fantastico compreso. Nell’epoca in cui lanciare segnali di tregua e rinascita è compito insolito degli sponsor. Nell’epoca in cui prendere a calci un pallone resta solo un fine, offuscato dallo scopo ultimo di far la voce grossa. Nell’epoca in cui vincere un Pallone d’oro è sinonimo di esagerazione e fanatismo, piuttosto che di esempio ed orgoglio. Nell’ epoca in cui si confondono tifosi e criminali. Nell’epoca in cui una vita vale una partita e chi, invece di pagare, sdrammatizza sui settimanali Nazionali.

FATTI DI… CRONACA – Uno sport meraviglioso – dicevamo – quello di cui avremmo voluto raccontarvi, con invece insoliti protagonisti e teatrini degni dei peggiori palcoscenici. Criminali, scommettitori, femminucce isteriche e aizzatori di folle: per la cronaca, non ci facciamo mancare proprio nulla. Perché di quello spettacolo bello, per l’appunto, solo la cronaca rimane e si infittisce di scandali ed episodi nauseanti. Succede oggi, come allora, eppure qualcosa è cambiato. Dentro e fuori dal campo, tra compagni, avversari, calciatori e allenatori, costretti ad assistere a scene improponibili. Tentativi vanificati, quelli di educare le tifoserie, se per prima in campo regna sovrana la violenza. E aumentano a dismisura i casi, senza più poterli contare sulle dita, né di una mano, tantomeno di entrambe. Quelle stesse mani che condannano e fanno a botte.

COSE D’ALTRI TEMPI –Questa è la Juventus, una squadra che scende in campo con i nervi tesi. Una squadra che non scende in campo tranquilla, perché Heriberto più che al calcio la prepara a fare a pugni“. I bianconeri, in questo caso, solo un esempio fortuito per raccontarvi del passato. Dichiarazioni pungenti quelle di Omar Sivori, ex azzurro, rilasciate in seguito alla scazzottata che coinvolse diversi protagonisti di quel Napoli-Juve. Era la stagione 68/69 e il pugno duro del giudice candidò Omar a “recordman di squalifiche” che, con i 6 turni di stop per quell’episodio, raggiungeva quota 33. Con lui anche Panzanato, fermato invece per 9 giornate e il deferimento per i due presidenti, Catella e Fiore. Cose d’altri tempi, che portarono il re di allora del San Paolo a tornare in Argentina, prima, ed appendere le scarpette al chiodo, poi. Era il 6 dicembre e, da quel giorno, Sivori capì che alle provocazioni bisognava rispondere in altri modi, ma quel mondo sporco l’aveva ormai stufato.

SISTEMA FALLITO – Cosa succederà invece con Gervinho, Ronaldo e Mexes? Solo tre -i più recenti – dei protagonisti del calcio moderno e violento. A distanza di poche ore, in competizioni e luoghi diversi. Non conta la categoria, né la nazionalità. Non conta l’esperienza, né la professionalità. Questi signori, pagati fior di milioni, hanno sfoderato calci e pugni degni dei migliori pugili del mondo e cappi al collo da far rabbrividire. Dai piani alti dei palazzi hanno emesso ed emetteranno le sentenze, dalle 2 alle 4 giornate, nulla di più.  Non vi illudete, l’unico ed ultimo dell’epoca a pagarne davvero le spese resterà il “cannibale” Luisito Suarez.

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