Il Napoli alla ricerca dell’equilibrio perfetto tra bei punti di forza ed i soliti difetti

A metà settimana non si può fare altro che tenere un occhio puntato al passato ed uno ben attento al futuro. Guardando ciò che è stato lunedì in casa Napoli, le somme sono facili da tirare: Duvan salva tutti al 92’, riempiendo in automatico un bicchiere che sarebbe stato sicuramente mezzo vuoto in caso di flop contro la Sampdoria. Callejon e soci tornano da Marassi con un punto conquistato all’ultimo respiro, dopo un match sicuramente non dei migliori ma fatto di luci ed ombre.

Tantissimi gli errori della squadra di Benitez, ancora poco compatta ed imprecisa in particolar modo in difesa ed in fase di finalizzazione, con due rigori netti negati ed una reazione di carattere nel finale. C’è ancora tanto da lavorare ed ecco che si propone subito prepotente il futuro, dietro l’angolo ma già non troppo lontano, che ha il nome di Empoli. La truppa di Benitez si dovrà rimboccare le maniche per ritrovare smalto, cinismo e la vittoria, che manca da tre gare tra campionato ed Europa, con una particolare “pareggite” che ha comunque confermato il terzo posto, seppur in condominio con il Genoa. Ma al “San Paolo” domenica nel lunch match bisogna conquistare l’intera posta in palio soffermandosi sul rafforzare i punti di forza palesati dagli azzurri, migliorando i difetti che si ripresentano ormai da troppe gare.

I PUNTI DI FORZA. Prendendo come riferimento maggiore la gara di lunedì a Marassi, i punti di forza del Napoli si sono riproposti in maniera si forte ma alterna. Prima di tutto, il carattere di un gruppo che quando vuole e messo in condizione, riesce a dare il massimo con compattezza e genio. L’ingresso di Duvan Zapata ha rivitalizzato il gruppo, per un forcing finale di marca partenopea che ha dato i risultati sperati. Higuain infatti, nelle ultime uscite è troppo isolato e risente di minor supporto, dovuto ad una grande confusione tattica dovuta alle enormi defezioni con le quali Benitez è costretto a fare i conti. Ma quando gira, il Napoli fa male a chiunque ed in qualsiasi momento. Merito anche del secondo punto di forza, le singolarità: ognuno può incidere seppur in maniera diversa ed ha le idee chiare sul ruolo da eseguire: un gruppo nel quale emergono tutti insomma, ma che solo uniti creano una squadra perfetta, fantasiosa, rapida e letale.

IL TALLONE D’ACHILLE. I maggiori problemi ultimamente sono tre e correlati: il primo, una condizione fisica non al top di alcune pedine che dovrebbero fare sempre e comunque la differenza. Se Mertens è perdonato al rientro di un infortunio molto delicato, è finito invece il tempo degli alibi per capitan Hamsik che, seppur costretto ultimamente a girovagare in campo in posizioni a lui non congeniali, sbaglia molto, troppo, anche cose elementari. Poi, la proverbiale mancanza di attenzione che porta ad errori soprattutto in difesa davvero grossolani. Anello debole è stato spesso Kalidou Koulibaly che, sia contro il Cagliari che contro la Samp è stato protagonista di due prestazioni alquanto disastrose. Rosso per lui e riposo forzato. Infine, una pessima gestione del risultato che porta a rimonte subite a dir poco suicide ed incredibili. E’ successo al “San Paolo” contro Palermo e Cagliari ma anche a “San Siro” con l’Inter. Serve maggior cinismo, elemento che spesso saluta i partenopei, in particolar modo contro le medio piccole.

Insomma, quattro giorni per lavorare al meglio su cosa ancora non convince, puntando a sfruttare al contempo al meglio tutti i punti di forza. L’obiettivo al momento, è solo uno: confermare ancora il terzo posto e battere l’Empoli, senza se e senza ma, forti del magico supporto del proprio pubblico.

Alessia Bartiromo
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