Serve un Napoli cattivo e insolente: la stagione scorsa segnata dai flop con le piccole. Ora bisogna cambiare registro

Il calcio non è una scienza esatta, si sottrae per la sua stessa natura a qualsiasi ragionamento logico esterno. Analizzare i numeri però, può servire a capire un trend, un problema, un effetto, e una volta scoperto, a capirne le cause per eliminarle e migliorare.

PICCOLE, CHE GUAI – Il problema del Napoli nella scorsa stagione, a guardare il calendario e la classifica finale, è stato rappresentato dai troppi punti persi con le piccole. Nella nostra analisi citiamo le partite che gli azzurri hanno giocato con le squadre che alla fine del torneo si sono classificate dal decimo posto in giù. Eccole di seguito, con il risultato finale: Bologna-Napoli 2-2, Napoli-Chievo 1-1, Atalanta-Napoli 3-0, Napoli-Sassuolo 1-1, Napoli-Genoa 1-1, Livorno-Napoli 1-1, Napoli-Udinese 3-3, Udinese-Napoli 1-1, Cagliari-Napoli 1-1. Nove partite in cui la squadra di Benitez ha totalizzato la miseria di 8 punti: poco, troppo poco per avere velleità di scudetto. Il Napoli ha chiuso con 78 punti finali: se solamente quattro di queste nove partite fossero finite con una vittoria partenopea, i punti al termine della stagione sarebbero stati 94: nove in più della Roma. Non troppi per vincere il tricolore – la Juventus ha fatto davvero storia a sè –  ma sufficienti per quel secondo posto che non avrebbe creato problemi in sede di campagna acquisti, evitando tante polemiche scaturite dall’eliminazione ai preliminari.

DA MARASSI UN NUOVO TREND – La partita col Genoa, sotto questo punto di vista, è stata importante per due motivi: uno, elementare, rappresentato dai tre punti incamerati; che a loro volta sono logica conseguenza dell’atteggiamento psicologico con cui il Napoli ha affrontato la gara: quella fame che spesso è mancata nella scorsa stagione. Gli ultimi venti minuti sono stati un incubo per la squadra di Gasperini, che mai è riuscita a oltrepassare il centrocampo. Un Napoli così, supera le logiche imprevedibili del calcio: contro una “piccola” si può anche perdere. Ma può succedere una volta, due al massimo: devono essere sconfitte – o pareggi – dettati magari dalla cattiva sorte o da una giornata storta, che nell’arco della stagione ci può stare. E’ il trend che deve cambiare, quest’anno: la regola deve essere quella di battere queste squadre, senza se e senza ma. Vincere, anche soffrendo. Perchè se alle qualità tecniche – indiscutibili – questa squadra associa un atteggiamento mentale diverso da quello passato, più cattivo, più battagliero, più insolente, allora tutto sarà possibile. Visti gli scarni valori tecnici di una serie A ormai in agonia, anche vincere lo scudetto.

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