Pipita vs Matador, due modi diversi di intendere il calcio

L’attaccante, da quando è nato il calcio, è sempre stato il ruolo che più ha infiammato i tifosi in qualsiasi angolo del globo terrestre. A Napoli, negli ultimi quattro anni, si sono alternati nel reparto avanzato due tra i top player più forti nel panorama europeo e non solo: Cavani ed Higuain. Entrambi classe 1987, entrambi con una media gol invidiabile (178 gol in 330 partite il primo, 160 gol in 351 partite il secondo) ed entrambi entrati subito nel cuore dei napoletani.

Si sono dati la staffetta la scorsa estate ed il Napoli non ne ha risentito: 33 gol per l’uruguayano nel primo anno in azzurro, 24 per l’argentino. La differenza, però, sta negli assist, con Higuain in doppia cifra e Cavani distante anni luce. Una differenza non soltanto numerica, ma anche tattica, mentale. Due bomber con la “licenza d’uccidere” in area di rigore, ma così diversi al di fuori dei 16 metri. Il Matador giocava tanto per la squadra, tornando a centrocampo ed anche in difesa per togliere spazio agli avversari (indelebili nel cuore dei napoletani alcune sue chiusure da stopper vero), ma in avanti era lui l’unico a finalizzare le azioni offensive create dalla squadra. Tanti gol dunque e pochi assist per i compagni. Con il Pipita invece la musica è cambiata: il numero nove azzurro non ha la forza fisica per tornare continuamente in fase difensiva, ma fa girare palla nella metà campo avversaria con grande velocità, spaziando su tutto il fronte d’attacco e mandando in rete anche gli altri attaccanti con assist (il più delle volte) di pregevole fattura. Il tutto, ovviamente, mantenendo un’altissima media gol ed una vena realizzativa intatta.

Due attaccanti fenomenali che vedono il calcio in modo diverso. Difficile dire chi dei due abbia ragione, non bisogna forzatamente scegliere un “vincitore”. Il presente parla argentino. ha il numero 9 sulle spalle ed ai tifosi va bene così…

Antonio De Filippo

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