Alfredo Stéfano Di Stéfano Laulhé è morto oggi all’età di 88 anni a Madrid, la città che l’aveva ormai più che adottato. Si spegne stroncato da un infarto una vera e propria leggenda del futèbol, un interprete ineguagliabile, tra i migliori di sempre nella storia di questo sport.
Sbocciato nelle giovanili del River Plate fa incetta di titoli ad inizio carriera in Sud America tra i Los Milionarios(Colombia) e la squadra in cui era cresciuto. Cinque campionati con cui strappare un biglietto sola andata per l’Europa, direzione Madrid, tra le braccia del presidente Santiago Bernabeu, pronto a scrivere la storia con la S maiuscola. Otto campionati spagnoli, cinque Coppe dei Campioni, un titolo Intercontinentale, più di 300 goal con la maglia dei blancòs, quella maglia che lui per primo ha consegnato all’iperuranio calcistico, se il Real Madrid è per tutti il Real Madrid è anche, e soprattutto, grazie a questo campione nato a Barracas, un barrio di Buenos Aires. A questo fuoriclasse italo-argentino che sarà poi naturalizzato spagnolo, perchè la Spagna per lui è stata più di una seconda pelle, Madrid come vera e propria linfa vitale. Giocatore poetico, di un’intelligenza sublime, chiunque abbia solo ammirato le sue gesta in bianco e nero almeno una volta non può che essere rimasto estasiato dinanzi a tanta classe unita ad una semplicità disarmante. Con l’ungherese Ferenc Puskas dipinse l’archetipo della coppia d’attacco perfetta. Difficilmente qualcuno potrà mai semplicemente accostarsi a cotanta grandezza. Provare a descrivere oltre la Saeta Rubia sarebbe inutile, lui andava oltre, era il calcio come pochi altri, unico.
Non è riuscito a vincere l’ultima grande sfida, una partita che data l’età era ormai fin troppo ardua. Ci lascia un campione che ora di diritto siederà nell’Olimpo, perché come Alfredo Stéfano Di Stéfano Laulhé non ce ne saranno mai.
Edoardo Brancaccio
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