Benitez si gode i suoi fuoriclasse al Mondiale brasiliano

C’erano una volta un belga, un cileno, tre svizzeri, due colombiani, tre argentini, un brasiliano e così via: dodici in
tutto. Quindici, se si aggiungono quelli in giro in prestito. Sembra l’inizio di una vecchia barzelletta, invece sono i
Mondiali visti con gli occhi del Napoli. E sarà pure un mondo capovolto, ci saranno pure di mezzo arbitri astigmatici
e allenatori fifoni che non fanno giocare dal primo minuto fenomeni
scatenati come Mertens o Higuain, ma i mondiali giocati dall’altra parte del mondo entusiasmando il popolo dei tifosi azzurri anche quando non va in campo la Nazionale di Prandelli e quando non si intravede Insigne. Un motivo per accendere la tv anche quando non c’è l’Italia.

Per esempio, ieri, per guardare il quasi azzurro Daryl Janmaat che con la maglia dell’Olanda ha prima sfiorato il patatrac colpendo la palla col braccio e poi festeggiato il successo sull’Australia. Perché la società di De Laurentiis
non ha solo il maggior numero di giocatori che prendono parte al mondiale (a pari con il Bayern di Monaco e persino uno in più del Real Madrid, del Barcellona e delle big della Premier), ma anche
un bel po’ di uomini che incantano. E questo costringe i tifosi del
Napoli a fare gli straordinari. Certo, non ai livelli di quando Maradona trascinava l’Argentina facendo insinuare persino il
dubbio che in molti, qui a Napoli, preferissero tifare per Diego piuttosto che per la Nazionale. Ma poco ci manca.

Mertens ha consegnato i tre punti al Belgio ma dall’altra parte c’era tal Ghoulam che quando approdò a Castel Volturno, via Saint Etienne, venne notato solo per le sue risposte stringate e quasi emozionate. Ghoulam, Albiol, Mertens, Henrique e Higuain d’altronde sono gli eletti, i fedelissimi di Benitez, i cavalieri che il prossimo anno dovranno fare l’impresa e riportare lo scudetto a Napoli a 25anni esatti dall’ultimo. Ai cinque uomini d’oro dell’ultimo mercato partenopeo, Benitez affida i destini del Napoli. E anche i suoi, è chiaro. Un totale di 69 milioni di euro (12 milioni Albiol; 10 per Mertens; 40 per Higuain; 3 per Henrique; 6 per Ghoulam) che sono un investimento che è già cresciuto.

L’altro mondiale non si è fatto attendere: chi ha visto la Colombia battere la Grecia e chi la vedrà stasera affrontare
la Costa D’Avorio capirà che Zuniga e Armero (in prestito al West Ham) non erano il solito folclore travestito
da sorpresa. Rigenerati (entrambi) da una stagione che per motivi diversi ha offerto solo delusioni. E che solo adesso propone sorrisi. In mezzo a così tanta roba, che combineranno i nostri svizzeri? Raccontano che Inler e Behrami continuino a beccarsi a causa di quella frase del manager di Inler, Lamberti, che quasi tirando un sospiro di sollievo parlò dell’ingaggio di Jorginho. Behrami sbottò: «Doveva dire
che il suo procuratore sbagliava. Ma ha taciuto». Inler è il capitano e ha disputato un match con la Turchia under21 e 75 con la maglia svizzera. Condivide il centro del campo con Blerim
Dzemaili, nato in Macedonia da una famiglia albanese e Valon Behrami, anche lui albanese nato in Kosovo. Domani affrontano la Francia.

Higuain tiene banco più per il feeling di mercato con Messi che per il feeling in campo con la Pulce. Questione di tempo. Sabella intanto dà spazio a Federico Fernandez, el Flaco del mistero: sabato sfidano l’Iran. Vargas si è liberato grazie al Cile e a Sampaoli di quintalate di retorica e colpi di tacco. Ora è una robusta punta all’europea che magari al Napoli potrebbe far comodo
sul serio: ha gelato la Spagna con una sua rete che lo consacra tra i protagonisti di questo Mondiale. Pagato 12 milioni di dollari, quantomeno adesso può essere venduto allo stesso prezzo. Allegri, robusti e implacabili. Questo è il gruppo degli altri
che danno ai napoletani un motivo per non smettere di guardare questo mondiale.

FONTE Il Mattino

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