Prandelli: “Insigne? È nei 30 a prescindere dalla finale. Su Jorginho…”

Cesare Prandelli, in una intervista rilasciata a Il Corriere dello Sport, ha parlato (tra le altre cose) di quanto accaduto sabato e della possibilità di convocare, nel presente e nel futuro, due calciatori azzurri: Insigne e Jorginho.

Cesare Prandelli, sabato sera lei era all’Olimpico. Cosa ha provato?

Abbiamo toccato il fondo. Adesso dobbiamo prendere un modello che ha funzionato all’estero e dobbiamo importarlo in Italia. Sabato abbiamo perso tutti.

In nome di questa democrazia tipicamente italiana, discutiamo e parteggiamo praticamente su tutto. Il nostro Paese ha sempre coltivato la cultura del sospetto e del compromesso. Isolando i violenti potremmo restituire il calcio alla sua dimensione naturale

Sono perfettamente d’accordo. Il calcio che vorremmo vedere tutti è la partita, non tutto il resto. Purtroppo in questi anni sono diventate protagoniste persone che non dovevano esserlo, la violenza la percepiamo in ogni momento, viviamo in un mondo violento. Io dico: togliamo tutte le barriere, poi chi sbaglia paghi. Nel calcio non succede, vuoi perché siamo sempre tifosi. Abbiamo giustificato troppo.

Si può dire che il “nuovo italiano” sarà Jorginho?

A questa domanda può rispondere solo Mauro Vladovich, segretario della Nazionale. A Jorginho manca poco più di un anno per avere il diritto a giocare nella nostra Nazionale. Sarà buono per l’Europeo.

Insigne farà parte dei 30 per la doppietta in Coppa Italia?

No, ci sarebbe stato lo stesso. Chiamerò sette attaccanti per cinque posti. E soprattutto non c’è nessuno sicuro del posto.

 

 

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