Il momento d’oro di Dries Mertens, fuoriclasse indiscusso dal futuro sempre più azzurro

Arriba arriba! Ma da dove? Si prova solo a immaginarlo (soprattutto gli avversari), ma il più delle volte si può tirare solo a indovinare. Perché lo Speedy Gonzales azzurro appare dove meno te lo aspetti: converge da sinistra e tira col destro, s’allarga a destra e crossa, parte da centrale, salta l’uomo e scocca. E poi fa gli assist, e tira le punizioni (bene), ma anche i rigori, insegue gli avversari, spingendosi sino ai territori della difesa. Andale andale, corri corri! E già, Dries Mertens è un motorino perpetuo, inesauribile. E più gli si dà corda più va spedito, tanto che a volte, come nel famoso cartone animato, se ne intravede solo la scia. Dribbling, salti, piroette, a seguirlo gli occhi danzano in maniera scomposta, ma poi è davvero un bel vedere.

ULTIMO FLASH. Indimenticabile. E’ quello che corrisponde all’ultimo gol del Napoli in campionato, il secondo subito da una Juve annichilita, spossata soprattutto dalla batteria di zanzare-tigre. Che negli ultimi quindici minuti era quella composta da Callejon, Insigne e Mertens. Gran gol quello del fiammingo: Reina alla sua maniera, con le mani per 45 metri sui piedi di Pandev, lancio altrettanto perfetto per Dries, finta e stoccata sul secondo palo, con nell’ordine Marchisio, Lichtsteiner e Buffon a bocca aperta. Come si dice, il tutto da far scorrere sino alla noia nelle scuole di calcio. Eppure era reduce da una distorsione (Napoli-Fiorentina) ma, come un ercolino sempre in piedi, aveva recuperato a tempo di record. Ringraziando peraltro pubblicamente (con un tweet) lo staff medico subito dopo il match con la Juve.

EXPLOIT. Partito in sordina, il belga non s’è mai perso d’animo. Infatti, solo dopo il prenatalizio Cagliari-Napoli è riuscito a conquistare continuità e la stima incondizionata del tecnico. Cioè dopo aver fatto gol all’Inter a Fuorigrotta, ma soprattutto dopo (alla ripresa di gennaio) aver messo a segno una doppietta contro la Samp. Quello di sicuro il punto di svolta, ed anche inizio di un exploit che è ancora moneta sonante. Gol al Verona, al Livorno e quindi alla Juve, ma nel frattempo anche la griffe dell’Olimpico: andata di semifinale di Coppa Italia, momentaneo pareggio con la Roma. Ovvero scambio con Higuain e staffilata imparabile da centravanti. Agli 8 gol in azzurro (7 in campionato) fanno poi da pregevole contorno i 9 assist distribuiti un po’ in tutte le competizioni. Per ultimo quello nel ritorno del San Paolo, sempre con la Roma, beneficiario Jorginho. Cocktail esplosivo che vale appieno il pass per i Mondiali brasiliani.

ENTUSIASMO. Lo sprizza da tutti i pori e cresce di pari passo con i suoi exploit. Arrivato a Napoli come primo colpo di mercato, dal PSV (dove aveva fatto 20 gol e 25 assist) per circa dieci milioni ed un quinquennale, non aveva tardato ad ambientarsi. Già durante l’estate trovando irresistibile il fascino dei posti e dei sapori. Fra le gite a Capri, gli astici, i fiori di zucca a Marechiaro, la canoa nel golfo, il tandem a Mergellina, la casa panoramica a Posillipo, sempre con la sua Katrin e i due cagnolini. Un pot-pourri che adesso reputa irrinunciabile: «Napoli perfetta per me, anche se l’Italia non era la mia preferita (in Russia avrebbero fatto carte false, ndc)». E ancora, estimatore di Benitez, che aveva subito approvato il suo acquisto (ma piaceva anche a Mazzarri) : «Il miglior allenatore che abbia mai avuto». Detta alla Daniele, il feeling è ormai sicuro, e per Rafa ora più che mai sarà dura tenerlo fuori.

FONTE Corriere dello Sport

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