Vivere il presente, non dimenticare il passato…e non badare troppo al futuro!

hamsik_benitezPiccole inesattezze, per carità. Sottili differenze di vedute, inattesi disaccordi su determinati punti di vista, insofferenza nel sentire frasi di un retaggio del passato, accostate a personaggi che, nel tempo, abbiamo additato come “inadatti per vincere qualcosa“. La stampa sportiva, nazionale e non, è in preda ai “misticismi” di mercato, tra sogni di grandi campioni, promesse da metterci la mano sul fuoco e rinforzi vari, presenti sul mercato, da offrire al migliore compratore. Cosa c’è di diverso rispetto allo scorso anno? Diranno i più perspicaci. Beh, oggi il Napoli si trova in balia di un turbinio di voci che lo vogliono spingere a diminuire quel gap che lo separa dalla Juve, incontrastata detentrice da domenica sera, prima invece era una squadra che, sulla carta, si poteva battere con i mezzi a disposizione. Solite querelle, è il gioco delle parti, funziona così da sempre, “e tu cosa vorresti insinuare“?

Partiamo dal presupposto che non ci piace prendere parte alla “caccia al tesoro” novembrino, figlio di frustrazioni post-bianconere, concettualmente create per disorientare le masse, distratte dai nomi altisonanti di calciatori da prendere pe Gennaio, il mese della riscossa, quasi come se adesso il campionato vivesse una sosta natalizia anticipata, e le gare di campionato che ci separano da qui fino a fine Dicembre non si dovessero giocare. Il mercato è chiamato “di riparazione” appunto per permettere a determinate squadre di correre ai ripari, per sopperire ad una mancanza in un ruolo, per ovviare ad un infortunio, per rimpiazzare un calciatore venduto. Ed invece, nella versione 2.0 del mercato invernale, si parla quasi di una rivoluzione, 2/3 elementi che arriveranno a cambiare le sorti della squadra, come se poi l’andazzo attuale stesse vivendo un terribile momento di crisi, determinato da chissà quali numerose sconfitte ed “inadempienze” di gioco.

Ma ci siamo dimenticati che il Napoli è ancora lì, al 3° posto, ad una manciata di punti dalla capolista giallorossa? Ci siamo forse distratti non considerando che in Champions League questa squadra se la sta giocando ad armi pari con Arsenal e Borussia Dortmund? Abbiamo rimosso che è già arrivato un rinforzo (Revellere ndr) a dare man forte al gruppo, per tamponare  all’infortunio di Mesto e cercare di aiutare a non mettere fretta a Zuniga nel recuperare della fase post-operatoria?  Bene, se abbiamo fatto tutto ciò, riavvolgiamo il nastro e ricordiamoci di avere un gruppo valido che non ha certo bisogno di rivoluzioni, ma va puntellato con al massimo un altro innesto, magari di alta qualità, per poter proseguire (e non ripartire) la propria corsa-scudetto.

Di contro, però, le parole dapprima di Benitez, e poi di Hamsik, che puntellano la freccia del proprio arco, “minacciando” le “grandi sorelle” che dovranno passare sotto la forca del San Paolo nel girone di ritorno. Bene, tutto ciò può essere accettabile come tentativo di caricare l’ambiente e di evitare di demoralizzare un gruppo che necessita sostegno, ma bisogna tenere ben in mente gli errori che hanno determinato le sconfitte con le big, evitando di utilizzare il sotterfugi delle gare di ritorno, questo è un ritornello che fa storcere il naso, principalmente perché fa perdere contatto con la realtà, spinge alla resa inconscia per ciò che è accaduto, e determina uno stato mentale pericoloso, quello della mera accettazione di un insuccesso.

No, “Io non ci sto” sia con l’approccio ad un mercato che quasi minaccia di essere una rivoluzione, ma nemmeno con queste dichiarazioni dei principali interessati, che riportano in vita il fantasma dei mediocri, che cancellano via con un sorriso di circostanza ciò che invece deve rimanere ben in vista davanti agli occhi, come un trauma, come uno shock subito. Le sconfitte come quella di Torino non dovranno più esserci, perdere come domenica scorsa deve restare “vivo” negli animi dei calciatori azzurri, lasciando a casa la frase che alleggerisce la coscienza “ci vedremo nel girone di ritorno“.

Che bisognerà giocare un ritorno lo si sapeva anche prima, ma è ben chiaro nelle vostre menti che c’è un girone d’andata da cui pretendere il massimo, da dove il Napoli non deve assolutamente più perdere terreno? La nostra non vuole essere una critica, ma, come al solito, un invito a voler prestare attenzione anche a questi piccoli cavilli “verbali”, pur di costruire il giusto piglio per una squadra mentalmente pronta a tutto.

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