Cavani, baci ed Abramovich

 Cavani sì, Cavani no.  Sembra quasi il ritornello de “La Terra dei Cachi”, lanciata a San Remo un decennio fa da Elio e dalla sua band, fatta di storie tese , tese come le cime che han legato Edinson ad un molo, prima tutto azzurro, poi sempre più “Blues”.

A prescindere dal destino del Matador, volendo consacrare la tradizione della canora e sorridente terra ligure, tifosi del Napoli ed addetti ai lavori saranno pronti ad omaggiarlo con fiori di ogni genere, perché tante e diverse sono state le emozioni che lui ha saputo trasmettere, le soddisfazioni che ha regalato anche in campo internazionale. Un fiore per ogni brivido insomma..

Certo il suo addio, la domanda è: quando lo vedremo partire?

Quando il mare “forza 7” vedrà salpare  la sua nave? Il noto giornalista Mediaset Auriemma sostiene che l’annuncio sia imminente e che l’approdo in terra londinese (il Real è ancora alle prese con la questione Ancelotti) sia solo una questione di forma. Perché la sostanza sibila, dice, parla in modo chiaro, mai però con la voce del diretto interessato, sempre schivo dinanzi alle domande incalzanti che lo riguardano, magari solo ossequioso e rispettoso di un pubblico che ha amato e saziato per tre anni.

Un’altra scuola di pensiero osserva che la partenza potrebbe avvenire solo sulla soglia del gong, solo alla fine del Calciomercato. Non ora dunque,anche perché dare precedenza alla sua cessione, e provvedere solo in secundis alla conquista del “Mercato”, sarebbe una strategia societaria folle, da psicosi, legittimando le società in trattativa con De Laurentiis a “sparare alto”, consapevoli del tintinnio degli euro nelle casse partenopee, tintinnio che suscita un brivido,che non merita però alcun omaggio floreale…

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