L’editoriale di Deborah Divertito:”Caro Rafa, anzi, caro Rafè…”

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Caro Rafa,

non ti conosco bene se non per le tue doti da allenatore, i tuoi trascorsi all’Inter,  i tuoi successi e le tue finali di Champion’s vinte ad Istanbul nel 2005 di cui ho comprato la maglietta celebrativa a Liverpool. Perciò non farò inutili manfrine su di te come essere umano, non ti conosco e non me ne frega neanche niente. Gli esseri umani sono complessi e io adesso ho bisogno di cose semplici. Soprattutto quando si parla di calcio. Quindi, vado subito al dunque.

Caro Rafa, anzi… Rafe’! Mi viene meglio… Quella che tu sentirai venire dagli spalti ogni domenica e ogni mercoledì sera, diobenedicalaChampions, non è un consiglio, una proposta, un suggerimento, una preferenza. E’ quello che vogliamo veramente. “Noi vogliamo vincere”, “Noi vogliamo questa vittoria”, “Fate goal fate goal fate goal” ecc ecc. non sono semplici coretti da stadio per intrattenere gli astanti. Sono per noi degli imperativi categorici. È giusto che tu lo sappia prima di approdare in questa meravigliosa città. Perché poi va a finire che da questa città te ne vai, appunto, carico di meraviglia, ma in negativo. Perché, Rafe’, ricorda anche questo. Napoli ti ama alla follia, e se ama non dimentica, ma se non le rendi giustizia, allora non perdona. Con lei succede lo stesso, perciò  mette in pratica uguale trattamento. O la ami o la odi. Non esistono mezze misure. Non esistono “ma”, “però”, “anche se”. O la ami o la odi. E lei ti ricambia. Appassionatamente. In tutti e due i casi.

E vedi, Rafe’, vincere non significa il secondo posto. Non ti lasciare ingannare dai fuochi d’artificio a bordo campo del Presidente o dalle lacrime sugli spalti. I primi sono sparate, non solo in senso figurato, che il Presidente fa perché lui è un po’ così…egocentrico e pittoresco. Ma non pensare che non comprendiamo le sue intenzioni. Noi  conosciamo benissimo i suoi occhi a forma di soldini e se ci facciamo ingannare è solo perché in fondo vogliamo proprio vedere dove vuole arrivare. E per capire se stiamo andando dalla stessa parte. Le lacrime…beh! Quelle sono espressioni di un popolo che per fortuna sa ancora emozionarsi. Ma tu non approfittarne.

Ho sentito in giro un po’ di considerazioni sul tuo arrivo, anche se non ancora ufficiale, pare. Nel caso, piglia la lettera e stracciala. Dicevo, ho sentito un po’ di opinioni. E ti devo dire che sono abbastanza concordi, tranne qualche nota fuori spartito che rientra nella follia di questa città. Quasi tutti sono d’accordo col pensare a te come un allenatore di spessore. Non è una battuta! Nessun riferimento alla forma tondeggiante, non potrei mai proprio io! Poi ti allego foto alla lettera, se vuoi! Ma è indubbio che sei un allenatore di caratura internazionale, uno che sa vincere, uno che pretende squadra e giocatori e a cui non piace fare figure di merda (scusa per il linguaggio, ma dovrai prima o poi abituarti alla comunicazione del Presidente e allora prendila come una prima pillola). Sei anche uno autorevole e, come dicevo prima, ha saputo rimontare una finale di Champions al Milan, nostro diretto concorrente. Nessuno dimenticherà mai più quella finale, diobenedicaancheteoltrelaChampions!

Insomma, i presupposti per fare qualcosa d’importante ce li hai. Non li sprecare. Ti avranno parlato delle nostre bestie nere. Chievo, Bologna, Pro Patria. E dei primi goal in serie A fatti tutti contro di noi. Ma con te non mi preoccupano. Sono sicura che non mi deluderai dicendo alla conferenza stampa prima di queste partite: “Queste sono le partite più difficili”. Vedrai che i tifosi ti ameranno già solo per questo.

Ah, un’ultima cosa, Rafè! Maradona quando venne qui disse che ovunque fosse andato prima di Napoli, i tifosi chiedevano lo scudetto. Qui, la prima cosa che gli hanno chiesto è stato di battere la Juve. Sappi che, seppure per te dovesse essere così,  in questo momento battere al Juve e vincere lo scudetto sono la stessa cosa.

C’a Maronn’t’accumpagn’, Rafè. E sempre Forza Napoli.

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