Essere Roberto Colombo

colombo napoliColombo Napoli \ Un’altra domenica ancora. Restare lì a guardare e ad aspettare che qualcuno senta il bisogno dei tuoi consigli. Ce ne sono altri due davanti a te, nemmeno uno, a rendere impossibile che qualcuno pensi di gettarti nella mischia. Il terzo portiere è un uomo senza pretese, è un gregario che soffre e nasconde le sue emozioni dietro l’amore per il suo ruolo, punto cruciale per soffocare quel senso d’impotenza attraverso l’impegno delle parole preziose, dei gesti imprescindibili, l’essere pronto ad allenare e riscaldare i riflessi e i muscoli del compagno di ruolo titolare, che in alcuni frangenti può sembrare il tuo peggior nemico, ma che invece ti convinci che attraverso la sua serenità e bravura in fondo c’è qualcosa che t’appartiene, alcune sfumature che sono sfociate grazie anche al tuo appoggio, alle tue tecniche, alla tua applicazione.

Il Signor Roberto Colombo non è il Signor Nessuno, è pur sempre un portiere. Ha vissuto una carriera non esaltante, ma ha saputo assimilare dalle poche esperienze di livello quel bagaglio tecnico che lo ha reso uno degli uomini spogliatoio a cui una squadra non dovrebbe mai rinunciare. L’allenatore della concentrazione, il mentore della gestione della tranquillità emotiva dei suoi colleghi tra i pali, il professore della tattica dei riflessi, ma anche un compagno di squadra che sa sempre dire e fare la cosa giusta, anche se è sempre lì seduto, coi guanti che fanno sudare le mani, pronte e allenate all’occorrenza, in una partita che non lo vedrà forse mai protagonista.

Ma il protagonismo non è la virtù dei forti, bensì lo è la perseveranza a credere in un ruolo, la consapevolezza di essere distributore di consigli utili e frasi di rito necessarie, la certezza di essere il Signor Colombo, terzo portiere azzurro per ruolo, ma primo ad essere interpellato quando si fa indispensabile il sapere di una figura saggia ed esperta. Che possa essere oggi il tuo debutto in squadra, che Napoli possa ringraziare anche chi, come il Signor Colombo, non ha la presunzione di chiedere e pretendere. Grazie Roberto, forse l’unico uomo della rosa azzurra a cui bisogna attribuire meriti senza bisogno di aspettare la prestazione.

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