I numeri d’oro del Napoli

napoli squadraGol, punti, assist, difesa: la gioia dei numeri. Cifre che spiegano, illustrano con un dispiego di motivazioni una cavalcata iniziata ad agosto e finita domenica scorsa. Quello del Napoli, vice campione d’Italia, indubbiamente è un cammino da mettere in cornice. Basta leggere uno dei primi numeri che ti appaiono scorrendo la classifica: 75 punti collezionati. Ebbene, pur se questo è già tanto, tuttavia esso è un numero in evoluzione. Perché vicinissimo a quella quota ottanta – cifra ottenuta col ricalcolo perché sino al 1994-1995 si giocava per i due punti – che appartiene alla storia e all’era Maradona.

Raggiungere gli 80 è un obiettivo al quale è molto legato Mazzarri, che è in carica dal 6 ottobre 2009 e che col Napoli ha visto sfilare davanti alla sua panchina 179 partite, ventottto quand’era vice di Ulivieri. Il titubante (resta o va via?) Walter viaggia con medie di rendimento altissime: 40,84% di vittorie, 29,58% di pareggi, stessa percentuale per quel che riguarda le sconfitte. Il suo Napoli, negli anni nei quali lo ha governato, ha avuto una media gol a partita calcolabile attraverso una forbice che si sposta tra 1,62 e 1,15.

Ed eccoci alla fase d’attacco, va subito celebrato il campionato di Edinson Cavani: 32 partite disputate, ventisette reti realizzate (media 1,185 a gara), tre assist per i compagni e 2711 minuti giocati. Beh, definire eccezionale quest’ annata del bomber indeciso (anch’egli si divide tra un resto qui oppure no) è tutt’altro che un’esagerazione.
Lo dimostra al di là della famigerata clausola rescissoria (63 milioni) lo scarto minimo della sua reale quotazione di mercato che è di 55 milioni.

Al Matador si aggiunge di diritto un tipetto che magari è meno mattatore dentro e fuori del campo, ma che sulla permanenza tra le file Napoli ha idee precise e inconfutabili: Marek Hamsik. Ottima stagione: undici gol messi a segno e tutti puri ovvero senza rigori, lo slovacco è a un passo dal suo primato di dodici centri ma ottenuto con due penalty. Trentasei le partite che ha giocato, con dodici sostituzioni e ben ventuno assist: un vero e proprio “botto” a dimostrazione di come questo calciatore sia ormai completo e prezioso per il futuro del Napoli.

Che dire poi del centrocampo nel suo complesso? Certo, deve migliorare. Già oggi è in grado di cantare e portare la croce, perché oltre a contrastare e a proporre gioco è pure andato a segno venticinque volte, contribuendo a realizzare il 25% del totale delle reti segnate (70).

Poi ci sono Cannavaro e compagni: rappresentano la migliore difesa azzurra, con trentatré gol incassati, da sei anni a questa parte. Ovvero da quando il Napoli è tornato in serie A. Un Napoli al qual piace vincere bene (3-0 è il risultato più gettonato, ben cinque volte) e soprattutto veder lievitare il proprio valore complessivo di mercato.

Ebbene l’intera rosa azzurra ha raggiunto una valutazione complessiva di 216.050.000, un tesoro secondo solo alla Juve. Ovvero i campioni e i vice campioni. Tuttavia dopo questa annata, incorniciata da cifre felici, potrebbero mancare davvero pochi attimi e qualche grande rinforzo, poi il Napoli potrà conquistare ciò che sinora è riuscito solo a lambire. In altre parole quelle otto lettere che non si pronunciano mai.

Fonte: Il Mattino

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