L’editoriale di Raffaele Napi: “Nainggolan e l’anno che verrà”

Fonte foto SkyBEH-“Ma che cazzo fai? Stai attento che l’anno prossimo…”

NAG-“L’anno prossimo, l’anno prossimo cosa?

BEH- “Chi ha detto l’anno prossimo?! Io ho solo detto guarda al prossimo!”

NAG-“Guarda al prossimo cosa, vuoi vedere che ti caccio subito, senza aspettare il prossimo fallo?”

BEH-“E fallo ‘sto fallo, io aspetto te. Non a caso mi chiamano filo spinato”

NAG– “Stai tranquillo, non mancherò. Hai finito di giocare”

BEH. “Io?Io avrei finito di giocare? Io che ho vinto più contrasti di tutti in Europa”

NAG- “Ma se tu non sai manco cos’è l’Europa, vieni in Belgio: lì mi chiamano il guerriero dagli occhi a mandorla”

BEH-“In Belgio ci vengo eccome, e ti vengo a prendere dovunque ti andrai a nascondere. Filo spinato non scorda i torti”

NAG-“Che paura, che paura, scapperò fino alla fine della terra”

BEH- “Allora vattene in Sardegna”

NAG-“Come osi offendere la squadra per cui gioco”

BEH-“Non ci giocherai più l’anno prossimo…”

NAG-“L’anno prossimo…”

BEH-“L’anno prossimo…”

L’anno prossimo. Sì, forse l’anno prossimo capiremo le parole che si sono scambiati Valon Behrami e Radja Nainggolan nella rissa finale (abituè) con il Cagliari. Quel che resta, comunque, è la sensazione che ci si leghi al non detto, al non scritto, al non-vero. Di vero, eccome, c’è una palla che si insacca superba al 94esimo. Di vero c’è la goduria all’ultimo respiro, come non si vedeva da un bel po’. Di vero c’è una musichetta, che torna a gingillare nelle menti. L’urlo del San Paolo sta già facendo tremare l’Europa. E così sarà.

Raffaele Nappi 

Fonte foto Sky

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