Gargano rincara la dose: “A Milano finalmente la privacy che a Napoli mancava”

460ba11082234c53b044e84bf3efeee8-560x417Privacy, questa sconosciuta. Che nella città partenopea gli eccessi che puntualmente si verificano quandunque un calciatore voglia godersi la città, le sue bellezze o, più semplicemente, i servizi che offre e che una qualsiasi persona vorrebbe usufruirne, sono purtroppo uno dei talloni di Achille per una città che altrimenti sarebbe una meta ambita anche sotto l’aspetto ambientale per le ambizioni di un calciatore in procinto di cambiare maglia. No, se è un calciatore azzurro a fare questo pensiero,che si armi di pazienza e disponibilità e si senta pronto ad affrontare centinaia di tifosi affamati di autografi e foto, se non addirittura della volontà di poter “toccare con mano” il campione di turno, per poter dire a qualcun’altro “io l’ho visto, gli ho stretto la mano” o chissà cos’altro pur di portare a termine il proprio obiettivo. Walter Gargano, durante un’intervista al portale uruguaiano Ovacion Digital, ha riportato in auge il problema, evidenziando invece che a Milano la privacy non viene intaccata dai tifosi. Ecco le sue dichiarazioni: La tranquillità che ho trovato qui per godermi la famiglia è molto importante per me. Qui posso uscire per andare a mangiare come uno qualsiasi senza che qualcuno ti domandi qualcosa o che ti punti con la macchina fotografica e ti scatti delle foto. E questo era qualcosa che a Napoli non era molto semplice. Quello che volevo di più era stare tranquillo, era quello che  mi mancava, qui mi godo la famiglia molto di più, c’è privacy, sono solo uno qualunque in questa città così grande e importante“.

Questo fattore non è da sottovalutare, è un aspetto che andrebbe approfondito e affrontato per educare i tifosi più “passionali” a cercare di evitare scene di morbosità collettiva nei confronti di calciatori che sono anzitutto persone come tante che hanno bisogno di vivere la propria privacy nel posto in cui hanno deciso di vivere. Il troppo storpia, non c’è che dire, e non vorremmo mai sentire che qualcuno rifiutasse l’approdo a Napoli perché la voce che la città sia invivibile divenisse un leitmotiv pericoloso nel processo di crescita di questa società. Invertire questa tendenza e consentire ai calciatori una vita in città perlomeno tranquilla dovrà essere uno dei punti focali per le prossima attività societarie.

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