Mai più…

Mai più andare a lavoro senza l’ansia del Napoli.

Mai più arrivare ad una partita solo un’ora prima.

Mai più prendere sotto gamba una partita.  Che sia ininfluente, che sia di prova per alcuni giocatori, che sia di addio per altri, per fortuna per noi, che sia per una curva semivuota e tutta accalcata al centro.

Mai più accalcarsi al centro per sembrare di più salvo poi capire che con certe logiche proprio non riesci a legare. E allora quando dicono ad un amico di nascondere la sciarpa che porta dentro anche i colori del PSV, perché commemorativa della partita, e poi ad un altro di non fare foto e poi di girarti di spalle e poi di gesticolare e poi…pensi mai più. E quindi ti sposti al tuo posto solito che è tanto vuoto senza il tuo mega gruppo.

Mai più partite senza gli skomposti, il mega gruppo che di solito occupa quattro file   che difende con le unghie e con i denti. E invece stavolta ci sparpagliamo in quattro file solo per evitare di stare dietro a due piccioncini che non hanno fatto altro che sbaciucchiarsi tutto il tempo. E allora pensi…mai più! E glielo gridi, anche! Suggerisci loro di andare al parco della rimembranza ma poi vedi che lei ha le scarpe dell’amore con il cuoricino sopra e allora devi per forza pensare…mai più! Che poi alla fine forse hanno avuto ragione loro. E quando qualcuno vede lei accendersi una sigaretta, pensa che abbiano probabilmente finito.

Mai più il gate 8 chiuso. Io ho le mie abitudini scaramantiche, cavolo! Devo entrare da lì, dalla porta a destra, nel tornello di destra e farmi palpare lo zaino dalla steward che scelgo io. E invece si entra dall’altra parte, la steward chiama lei  me, non si accontenta di palpare il mio zaino, ma vuole palpare anche me. Quando le dico che non lo può fare, lei mi dice: “Se vuoi, lo faccio fare dalla polizia” a mo’ di minaccia. E quando  le dico “Sì, loro se ne hanno bisogno lo possono fare” rimane spiazzata. Io nel frattempo sono già nel tornello e penso…mai più! La prossima volta ce lo metto un fumogeno nella borsa. Ma poi penso…e allo stadio non ci vado mai più! E allora desisto!

Mai più fare un goal, per subirne poi tre. Mai più piegare il portafogli con la tessera del tifoso non posizionata bene che poi si spezza. Appunto. Mai più Donadel in campo perché, pare, l’abbiamo venduto al Pescara. Poveri. In effetti stavano messi parecchio male. E allora glielo porti anche a piedi sulle spalle…non sia mai dovessero ripensarci e dire: “Non lo vogliamo mai più!”

Mai più guardare parte della partita seduta. Con quel freddo poi. Il sedere congelato, le mani congelate, la testa congelata, il sangue nelle vene congelato, soprattutto  dopo il terzo goal. Soprattutto dopo il tiro improbabile di Dossena, E dopo quello di Cavani. E dopo quello di El Kaddouri. Che però quest’ultimo ci è piaciuto parecchio. Ma mai più fare finta che è stata la zolla quando l’hai presa proprio male.

Mai più l’amico che ti chiama a partita appena cominciata dicendoti che forse investe 8 euro per venire a vedere la partita che è appena cominciata convinto che non è appena cominciata. Perché la partita è alle 21, no?! Ecco. Mai più una partita alle 19, che poi quelli che vivono sulle nuvole non riescono a venire. E poi va a finire che quegli 8 euro non sa più come investirli. Perché chiaramente il prossimo biglietto non starà ancora 8 euro.

Mai più pensare di fischiare i nostri azzurri, perché i ragazzi quella maglia se la sudano sempre. Come ha fatto Pandev che in dieci minuti ha messo tre azzurri davanti alla porta. Come ha fatto Insigne jr nei pochi  minuti che ha giocato. Come ha fatto Vargas che anche da terra ha cercato di  tenere in gioco il pallone. Anzi quasi quasi meglio da terra. Come ha fatto Maggio, che, poverino, non è colpa sua se proprio non ne ha più nelle gambe. Come ha fatto EL Kaddouri che ha mostrato grandi qualità. Come ha fatto Uvini, che se non  giocava neanche stavolta “andava acit’.” E noi Uvini non lo vorremo mai sprecare!

Mai più dover leggere su un volantino distribuito in curva: “Raccomandiamo ai ragazzi che indossano la nostra maglia di giocare anche queste partite senza fini di classifica con ardore e dignità” e poi dover assistere a certe scene.

Ardore. Dignità. E allora, cari miei, per favore… Rosati in campo…MAI PIU’!

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