E’ vita intensa felicità a momenti e futuro incerto…e poi Aronica.

Mi ero ripromessa di aspettare un po’ prima di scrivere qualcosa. Ho pensato inutilmente che magari la mente cominciava a ricordare piano piano. Ho creduto ingenuamente che prima o poi qualche immagine diversa, vista prima della partita, mi sarebbe tornata. Ho sperato con ottimismo che qualche battuta scambiata con gli amici durante i 90 minuti mi avrebbe strappato di nuovo un sorriso e quindi dato uno spunto positivo per raccontarvelo. Ho pregato quasi religiosamente affinché rivedere i goal degli altri mi potesse dare sollievo e il coraggio di parlare dei nostri. E il secondo preso dal Palermo c’è quasi riuscito.

E invece niente.

Il nulla totale.

Il buio.

Ricordo vagamente che la sera prima abbiamo esultato come se avesse giocato il Napoli. Sicuramente vedere la Juventus battuta in casa sua, nonostante l’ennesimo goal in fuorigioco non visto, ha dato una certa soddisfazione. Ed è l’unica che io rammenti di questo week end. E poi Aronica.

Mi viene in mente che quando siamo arrivati allo stadio c’era già qualcuno dei nostri, che prendere tre punti col Toro sarebbe stato un importante segnale per poter star dietro a quelle due davanti. Due squadre nettamente superiori per rosa di giocatori, per tecnica, per tattica e per mentalità. Ma tenere il loro passo sarebbe stato importantissimo. E poi Aronica.

Sicuramente ho visto qualcuno salire in curva con uno sfilatino lungo più di un metro, tanto che tutti abbiamo pensato fosse una bandiera coperta dalla carta gialla per il pane. Salvo ascoltare testimoni che l’hanno visto senza carta ed era proprio uno sfilatino. Probabilmente ci teneva dentro tutto il pranzo domenicale, tracchiolelle e babà compreso. E poi Aronica.

E’ netta l’immagine dei palloncini azzurri che qualcuno ha voluto portare in curva come fossimo al villaggio Valtour. Lo stesso che qualche tempo fa promuoveva per scaramanzia una catena di montaggio “fabbricazionedicoriandoli”. E noi che ancora assecondiamo le sue idee. Ho come l’impressione, però, che adesso può bastare. E poi Aronica.

Mi pare anche che ad un certo punto ci sia stato un rimprovero per chi arriva sempre tardi, un resoconto della quantità di pioggia presa a Bergamo da chi c’è stato, uno scambio di battute con chi è appassionato del Celtic e mi ha suggerito di guardare lo stadio e l’inno prima della partita in casa con il Barcellona. Mi pare pure di aver detto che me lo perdo perchè mercoledì sera lavoro. Salvo poi pensare di registrarlo, perché un poco mi sto appassionando anche io a questa squadra d’oltremanica. E poi Aronica.

Può darsi che abbia sentito che a Bergamo ci mancava Cavani. Ma anche che a Catania in superiorità numerica e con Cavani non abbiamo creato quanto a Bergamo. E in tutti i casi, una prima punta vera che entri in campo al posto del Matador la dovremmo avere. E sempre su Cavani, forse qualcuno ha parlato della sua presenza dalla De Filippi e di 50.000 euro dati al tizio in difficoltà. E di sicuro ho sentito qualcuno che si proponeva come prossima lettera da aprire. E poi Aronica.

Non ne sono sicura, ma credo anche di aver visto addirittura un goal nostro. Cavani. Su parata insicura di Gillet. E poi Aronica.

Avevo la vista molto offuscata dalla pioggia battente, ma sbaglio o non c’erano più i tabelloni laterali?! Si, mi pare di si. E mi pare che abbiamo appreso tutti la notizia in maniera chiaramente aroni..ehm! Ironica. Siamo passati da un tabellone inutile, vecchio e spento ad un NON-tabellone. Potrebbe essere positivo. Potrebbe essere la volta buona che vediamo un tabellone utile, nuovo e acceso al San Paolo? Magari addirittura per giovedì in Europa League? E poi Aronica.

Ho vaghi ricordi di qualche azione. Limpidi ricordi di molte bestemmie. Io che volevo che chiudessimo la partita e lo dicevo con toni pacati e voce delicata. Uno accanto che m’invitava con modi gentili a pensare alla partita che si consumava sotto di noi. Qualcun altro che continuava a voler regalare Dossena e Smaili allo Stabia. Un sediolino accanto a me che stava per essere divelto casualmente con un semplice tocco di mano. E poi Aronica.

Sicuramente dopo la partita ci siamo salutati a stento, perché alcuni di loro non ricordo neanche di averli salutati. E me ne scuso. Sicuramente dopo la partita ho avuto bisogno di una buona dose di alcolici e di un’ottima compagnia con cui condividerli. Meno male che ci sono gli amici. Ma poi c’è anche Aronica.

Non credo di ricordare, però, il risultato. Vincevamo fino all’ultimo minuto. Ma poi guardo la classifica e abbiamo solo un punto in più.

Ah! Loro hanno pareggiato, quindi. Si, forse ricordo. Ricordo che hanno giocato fino alla fine, hanno pressato, hanno tirato, hanno segnato, hanno pareggiato, hanno esultato.

E poi Aronica. E niente più. Il nulla totale. Il buio.

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