Ecco i quattro top player che hanno rifiutato Napoli

Quando si dice l’imprenditoria intelligente. Può essere applicata anche al calcio. Come? Basta essere lungimiranti e capaci di sfruttare al massimo tutte le risorse a disposizione. Meglio se son poche, così l’inventiva aumenta e con essa la soddisfazione di essere stati protagonisti nella crescita di un prodotto inizialmente senza appeal. Se non avesse fatto l’allenatore, Mazzarri sarebbe stato un ottimo titolare d’azienda, di quelle costrette a inventarsi ogni anno qualcosa di innovativo per restare sulmercato a dispetto delle multinazionali.

Voleva il meglio dopo la stagione sfociata nella vittoria della Coppa Italia, sfoderando un elenco di prime scelte da far tremare l’Europa tutta, qualora De Laurentiis fosse riuscito a prendergliene almeno la metà. Proposito vanificato non per mancanza di danari, ma per il diniego dei vari Boateng, Ivanovic, Diarra e Tymoshuck, tutti indisponibili lasciare le rispettive piazze dorate. Impossibile migliorare l’organico attuale del Napoli senza l’arrivo dei top player: e allora che si fa? Eccola la finanza creativa di Mazzarri. Mettere in discussione se stesso con un contratto a scadenza, prima volta nei dodici anni di carriera da tecnico professionista, e far finta che nello spogliatoio del Napoli sia arrivato un nuovo tecnico al suo posto.

Fonte: Raffaele Auriemma, Corriere del Mezzogiorno

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