Mazzarri, il segreto dei suoi attaccanti

Dicevano che il tre-cinque-due fosse un modulo ormai superato senza sapere che di lì a poco lo avrebbero scopiazzato in mezza Europa; lo accusavano poi di non aver conquistato alcun trofeo alla guida del Napoli ed ecco la conquista della Coppa Italia. Ora Mazzarri viene chiamato in causa per un altro motivo: la valorizzazione del parco attaccanti, in particolare dei giovani.

Sostengono che con lui Insigne e Vargas non avranno lo spazio necessario per potersi esprimere. Ma in tanti dimenticano che un fiore all’occhiello del tecnico toscano sta proprio nel saper esaltare le doti di una punta. Che sia giovane o meno giovane poco importa. E’ successo ovunque abbia allenato: con la Reggina, come con la Sampdoria ed anche con il Napoli. Bomber che sono schizzati in un batter d’occhio in doppia cifra, demolendo record su record: da Rolando Bianchi, a Nicola Amoruso; da Bellucci, a Cassano; daHamsik, a Lavezzi, a Cavani, quest’ultimo giunto per due campionati consecutivi ad un passo dal titolo di capocannoniere.

Con Mazzarri, chiunque abbia il compito di finalizzare l’azione viene a trovarsi sempre nella condizione di arrivare in doppia cifra: occasioni gol a volontà, più uomini deputati alla fase offensiva, situazioni tattiche ad hoc. Problema di mentalità, filosofia di gioco, modo di interpretare il calcio: conquistare palla ed attaccare senza peraltro smarrire gli equilibri di squadra. Non si tratta di un caso se nelle partite esterne di Champions (o anche in Europa League l’anno prima), il Napoli sia andato senpre a bersaglio: una rete a Manchester, due a Monaco di Baviera, due a Villarreal, uno a Londra con il Chelsea. In casa e fuori, lo spartito rimane lo stesso. Squadra mai rinunciataria ed attaccanti, sempre ben supportati e riforniti per trovarsi pronti a colpire.

ALLA REGGINA – A Reggio Calabria, Mazzarri si è imbattuto, invece, in attaccanti da rigenerare ed in altri, invece, da lanciare. Ebbene li ha portati tutti a superare il tetto dei dieci gol. Amoruso in due campionati consecutivi ha realizzato addirittura ventotto gol: undici nella stagione 2005-2006 e diciassette l’anno del meno-15. Rolando Bianchi ancora oggi ringrazia il tecnico livornese: « Avevo 22 anni ed ero reduce da un grave infortunio al ginocchio – ricorda l’attaccante del Toro – Mazzarri mi diede fiducia e questa sua attenzione la ricorderò per sempre, così come i consigli che mi hanno aiutato a crescere. C’è un episodio che mi è rimasto impresso: non segnavo da cinque partite ed il mister mi caricò perbene in quel periodo. Ripresi a far gol con regolarità e stabilii il mio record personale».

ALLA SAMP – A Genova, sponda doriana, il tecnico di San Vincenzo fece ritornare al gol sia Claudio Bellucci che Antonio Cassano :dodici reti il primo, dieci il secondo, reduce dall’amara esperienza al Real Madrid. Cassano, poi, concesse il bis l’anno dopo, con Pazzini che da gennaio a giugno centrò il bersaglio undici volte.

AL NAPOLI – Anche alla guida del NapoliMazzarri ha fatto decollare ben tre attaccanti, definiti i tre tenori proprio per i loro ripetuti acuti in zona gol: Marek Hamsik (32 gol in tre campionati), Lavezzi (23) e Cavani (49 ma in due stagioni), senza contare quelli realizzati nelle coppe.

fonte: Corriere dello Sport

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