Di Canio, un solo anno a Napoli, ma idolo per sempre

Storia di un idillio durato solo una stagione, contrassegnata però dalle forti tinte dell’Europa, quella del 1993-1994 in cui i destini del Napoli e di Paolo Di Canio s’incrociarono.
Storia di un ragazzo il cui talento troppe volte è stato sottovalutato e che per troppe volte è finito sulle prime pagine dei giornali per vicende che poco hanno da spartire con il calcio squisitamente giocato; alcune intemperanze caratteriali e la sua ben nota fede politica hanno più volte messo in secondo piano il suo talento calcistica le cui perle, il romano, ha sparso tra Italia e Regno Unito.

A Napoli sicuramente una delle sue annate migliori, con un bottino personale di 26 presenze farcite di 5 reti, alcune della quali pesantissime, per il raggiungimento della qualificazione in Coppa UEFA. Fu proprio Di Canio, nell’ultima giornata allo Zaccheria di Foggia, a siglare il gol di rapina che diede al Napoli la matematica qualificazione in Europa e fu proprio Di Canio a mettere la firma su una delle vittorie più prestigiose di quella stagione, un gol gioiello realizzato contro il Milan, la corazzata di Capello che scendeva a Napoli forte di 10 vittorie di fila ed uno Scudetto virtualmente già cucito sulle maglie, ubriacando di finte difensori di caratura mondiale come Maldini e Baresi prima di scaricare un sinistro poderoso alle spalle di Sebastiano Rossi.

Fu un gol che fece impazzire i circa 70.000 che gremirono il San Paolo. Un gol che spianava la squadra a Lippi e compagni verso un traguardo che sembrava improponibile ad inizio stagione. Quel miracolo avvenne, e con  il suo enorme contributo, Paolo divenne un idolo, e  non è un caso che, nonostante il romano abbia vestito per un solo anno la casacca azzurra, il suo ricordo tra i tifosi sia rimasto ancora vivo.

Dopo Napoli, Paolo vestì proprio la maglia del Milan, non ottenendo però la stessa fortuna. L’estroso tornante si trasferì in Scozia, al Celtic per poi approdare nella ben più affascinante Premier League con le maglie di Sheffield Wednesday, West Ham e Charlton prima di ritornare in Italia, di nuovo con la maglia della squadra che lo ha lanciato nel grande calcio e di cui, Lotito permettendo, è ancora grande tifoso: la Lazio. 

E proprio Oltremanica che Paolo raggiunge l’apice del successo, legando la sua carriera ad episodi assai contrastanti tra di loro ma che, sicuramente, diedero al tornante quell’attenzione di cui in Italia non aveva mai goduto, rendendolo agli occhi del mondo calcistico una “star” come in Italia non lo era mai stato, sia nella buona che nella cattiva sorte.

Come dimenticare le dodici giornate di squalifica che gli furono comminate a seguito dello spintone all’arbitro Adcock, quando vestiva la maglio dello Sheffield? E soprattutto, come si fa a cancellare dalla memoria la scena in cui Paolo ferma volontariamente il gioco, a causa dell’infortunio del portiere avversario, rinunciando ad un gol praticamente fatto? Un gesto, quest’ultimo, che gli valse il premio Fair Play in Inghilterra e che, in generale, fa capire quanto questo giocatore sia stato genio e sregolatezza in tutto l’arco della sua carriera.

 

Di Canio chiude la carriera da calciatore alla Cisco Roma, in Serie C, appendendo definitivamente le scarpette al chiodo a Marzo 2008, diventando poi opinionista televisivo. Nel 2011 inizia per lui una nuova avventura, quella di allenatore: infatti tuttora Di Canio è alla guida dello Swindon Town, formazione che attualmente milita in Division Two (omologa della nostra Lega Pro 2) e che in procinto di essere promosso in Division One.

 Un gran lavoro di Di Canio che lo ha visto vincitore nell’utimo week-end, in casa contro il Plymouth per 1:0, una vittoria che il manager non ha potuto festeggiare, al di là dei fatti che hanno caratterizzato questo tragico fine settimana sportivo. Di Canio,  purtroppo, in settimana ha avuto un gravissimo lutto familiare con perdita della cara madre, perdita che però non gli ha impedito di sedere sulla panchina e guidare i suoi ragazzi alla vittoria.

Le lacrime dell’allenatore, al gol partita, rappresentano un momento davvero toccante, così come lo è l’applauso che il pubblico tributa all’allenatore nel post-gara. Un degno omaggio che si unisce al cordoglio con cui  tutto il popolo sportivo abbraccia Paolo Di Canio, in questa settimana di dolore dopo le vicende di Morosini e della Gomez. In bocca al lupo.
    

Home » Notizie Napoli Calcio » Ultim'ora sul Calcio Napoli, le news » Di Canio, un solo anno a Napoli, ma idolo per sempre

Impostazioni privacy