Napoli: la difesa ha una ritrovata solidità

Era dal mese d’ottobre che il Napoli non subiva reti per due partite di fila. A distanza di tre giorni, Cagliari ed Udinese non erano riuscite ad espugnare il fortino azzurro. Da allora, però, la retroguardia ha accusato qualche passaggio a vuoto, complice soprattutto il precario equilibrio palesato quest’anno dalla squadra in fase di recupero palla. Addirittura, la seconda difesa della passata stagione (39 gol al passivo) era stata criticata aspramente sia come reparto che per le prestazioni dei singoli. Autocritica Paolo Cannavaro, come di consueto, ci aveva messo la faccia prima della sfida di Coppa Italia con l’Inter: «Abbiamo commesso degli errori individuali, c’è stato qualche calo di concentrazione. Comunque, si attacca e si difende sempre in 11». Questo è quello che anche Mazzarri ripete in continuazione e finalmente nell’ultimo periodo sembra che tutti lo abbiano capito. Così, in tre delle ultime quattro gare disputate il Napoli ha eretto un muro davanti a De Sanctis, il quale poi ci ha messo del suo per tenere inviolata la porta azzurra compiendo alcuni straordinari interventi.

Contributo – Discreto il sacrificio delle punte in fase di ripiegamento, importante l’innesto di Dzemaili a centrocampo, ma decisiva soprattutto l’applicazione dei difensori. Il terzetto composto da Campagnaro, Cannavaro ed Aronica ha dei meccanismi ormai consolidati, che funzionano soprattutto quando ci sono dei punti di riferimento nelle fila avversarie. Due fenomeni come Milito ed
Ibra lo hanno imparato a loro spese mentre il «tenero» Rennella del Cesena ha fatto solo il solletico agli azzurri. Insomma, gli ultimi attaccanti ad aver messo i brividi alla difesa del Napoli sono stati Palacio e Calaiò. SuperManu sarà il pericolo pubblico numero uno anche giovedì nell’andata della semifinale di Coppa Italia a Siena. Venti giorni fa, l’ex di turno segnò un gol e colpì una traversa approfittando di una retroguardia sbadata, ragion per cui stavolta sarà meglio non distrarsi. In Europa Nelle coppe, infatti, ogni errore può rivelarsi fatale. Tra Champions e Coppa Italia il Napoli ha incassato appena 6 gol in otto partite e non ha subito alcuna rete in ben 4 circostanze. Soltanto il Bayern ha fatto davvero paura agli azzurri, ma a Monaco di Baviera mancava Cannavaro e l’acerbo Fernandez è stato più bravo nell’area avversaria che in quella di propria competenza. Intanto, però, Mazzarri ha ritrovato Britos, la cui fisicità potrà tornare utile anche in Europa. A Genova l’uruguaiano è parso «arrugginito», ma con il Cesena si sono intravisti miglioramenti. Contro Chievo (squalificato Cannavaro) e Fiorentina ci sarà bisogno di lui. Con il
Chelsea, però, torneranno i «titolarissimi». Drogba e Fernando Torres sono entrambi brutti clienti, ma chissà che contro Aronica e compagni non facciano la fine di Ibrahimovic.

Fonte: La Gazzetta dello Sport

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