Mazzone: “Il Napoli ora non ha fortuna, ma niente drammi”

Nessuno, in panchina, ha visto più cose di lui. Dall’alto dell’esperienza (39 stagioni da allenatore) e dell’età (75 anni), Carletto Mazzone non demonizza il momento no del Napoli: “Qui c’entra solo una cosa: la fortuna. È un momento storto, non bisogna fare drammi”.
Signor Mazzone, gli azzurri sono molto lontani dal terzo posto?
“Certo, sembra davvero difficile recuperare. Ora anche la mia Roma, brillantemente guidata da Luis Enrique, è tornata in corsa per un posto in Champions. Però ’sta squadra mi sembra molto competitiva, capace di giocare a testa alta contro ogni avversario”.
Pareggia tanto e non batte le piccole, però.
“Con i tre punti è un guaio. Ma il problema è fare gol contro le piccole. Come ai miei tempi, quando si chiudono e fanno catenaccio il trucco è puntare sulle giocate individuali, sulle magie dei singoli. Cavani, Lavezzi e gli altri dovrebbero osare di più, cercare il colpo risolutore”.
Cosa dovrebbe fare il tecnico?
“Evitare le trappole, quelle mischie furibonde in area, per esempio. Però io non vorrei stufare la gente con ’sta storia dell’esperienza e dell’età. Mazzarri è molto bravo e sa fare le cose giuste. Il punto è che ora il Napoli non ha fortuna”.
Mazzone, dunque, è un estimatore di Mazzarri?
“Una delle squadre che mi attira di più è proprio il Napoli e per il semplice motivo che gioca bene. Mazzarri ha dimostrato di essere un allenatore molto preparato tatticamente e anche un fine psicologo. Mi piace anche perché nessuno gli ha regalato nulla, a questi livelli è arrivato dopo tanta gavetta. Proprio come il sottoscritto”.
Sarà felice, lei è un po’ il maestro di Guardiola?
“Pep lo dice sempre e io sono fiero delle sue parole. Magari lo dice per prendermi in giro…”.
Cosa fare quando sembra andare tutto storto, come adesso nel Napoli?
“La scossa la dai parlando. Io ogni volta che capivo che c’era un momento no facevo sempre lo stesso discorso: mi fido di voi, siete professionisti in gamba, cerchiamo di sbagliare poco tutti insieme, fateme vede’ qualcosa e tu, capitano, devi aiutarmi più di tutti”.
Il presidente De Laurentiis è un uomo ambizioso?
“Per certi versi, un presidente vecchia maniera. Dieci, vent’anni fa nessun dirigente si sarebbe permesso di dire ”Tizio è incedibile” per poi venderlo il giorno dopo: ora lo fanno tutti, è una strategia per alzare o abbassare le cifre, senza rispetto per i tifosi. De Laurentiis quando dice che uno è incedibile non cambia idea. È questo mi piace molto”.
I tifosi del Napoli sognano la Champions e la Coppa Italia.
“Ha una semifinale sulla carta facile con il Siena ma è una gara piena di insidie. Io la piazza di Napoli la conosco bene, è proprio per il rispetto per quella gente fantastica che rinunciai all’incarico di allenatore azzurro nel ’97. Capii tutto dopo un 3-0 in Coppa Italia contro la Lazio di Sven Goran Eriksson. Fummo eliminati lo stesso. Era un momentaccio in campionato ma quella sera sembrava che avessimo la Coppa dei Campioni. Non potevo deluderli sapendo che non potevo fare molto per salvare la squadra. E mi misi da parte qualche giorno dopo”.

 Fonte: Il Mattino

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