Quando anche un punto al Meazza sembra poco

Sembra strano parlare degli ennesimi punti dilapidati, quando si rientra dal Meazza dopo aver pareggiato in casa del Milan. Un pareggio per il quale,  solo qualche giorno, qualsiasi tifoso napoletano avrebbe posto la firma su qualsiasi documento, ma che si è rivelato, a conti fatti, un mezzo passo falso.

Il Napoli è salito a Milano giocando la partita che si era prefissata alla vigilia: squadra corta, raccolta ed attenta a non lasciare spazi utili ai giocatori del Milan, non disdegnando, però, qualche controffensiva affidata ai soliti tre, là davanti. Certo, il Napoli ha comunque sofferto e ci è voluta tutta la bravura di De Sanctis ed un pizzico di fortuna sull’errore di Robinho, tutto solo davanti alla porta, ma il rammarico forte è quello di non aver osato qualcosa di più dopo l’espulsione di Ibrahimovic, costringendo il Milan all’inferiorità numerica, per metà del secondo tempo.

E’ vero che Mazzarri ha tolto Aronica per inserire Pandev, ma nonostante un attaccante in più, il Napoli non ha mai dato segnali di pericolosità, se non in una sola circostanza, quando Cavani ha sprecato di testa, a pochi passi da Amelia. Un problema sicuramente di natura psicologica, una timidezza che impedisce alla squadra di esprimersi al meglio delle proprie possibilità.

Un pareggio a Milano non si butta mai, sia chiaro, ma a guardare la classifica ci si rende conto che il terreno perduto sta diventando troppo. Davanti ci sono troppe squadre a cui recuperare punti, e intanto ci si deve guardare alle spalle: Palermo, Genoa e Fiorentina stanno risalendo la china e non è un bene per gli azzurri, che entreranno in una fase della stagione  in cui saranno impegnati su tre fronti, e per la quale saranno devolute parecchie risorse ed energie. 

Il campionato però va onorato, nonostante non si possa ambire a confermare l’eccellente stagione scorsa. Sarebbe un vero peccato chiudere la stagione in posizione di classifica anonima, considerando il notevole esborso fatto in estate da De Laurentiis per potenziare l’organico.  

C’è stanchezza, fisica e mentale, c’è il logorio e forse un senso di inconsapevole rilassamento che in questo periodo non aiuta il Napoli. C’è un pò di sfortuna, vero, c’è qualche errore arbitrale, ma se il Napoli oggi si trova a solo 31 punti, a distanza siderale dalle prime in classifica, non si può puntare il dito solo su arbitro o la malasorte. Il Napoli visto a Milano poteva e doveva fare di più; sull’arbitro non si può dire nulla, quanto meno non si può parlare di arbitraggio a sfavore quando, insieme ad Ibrahimovic, andava espulso anche Aronica e quando, nel primo tempo, ci sarebbero gli estremi del rigore per un fallo di Gargano su Robinho.

Apparse discutibili alcune scelte di Mazzarri: perchè tenere fuori Pandev, quando Lavezzi, Cavani e Hamsik non stanno rendendo al meglio? Perchè il tecnico si sta ostinando nel voler trasformare Hamsik in un centrocampista, limitandone l’azione? Perchè Vargas viene chiamato in causa solo in situazioni disperate? Tanti perchè, a cui solo il mister potrebbe rispondere.
Forse il primo problema del Napoli si chiama proprio Mazzarri. L’allenatore è stanco e si vede a vista d’occhio, fatica in maniera enorme a gestire la squadra impegnata su tre fronti. Evidentemente è una dimensione superiore alle sue possibilità, sebbene non vadano dimenticati i successi ottenuti dal Napoli sotto la sua direzione.

Potrebbe essere un periodo negativo passeggero e tre un mese potremmo parlare di un Napoli risalito in classifica e magari nei quarti di Champions League: è un augurio che speriamo possa trasformarsi in qualcosa di reale. Nel frattempo, accontentiamoci di questo punto, comunque buono, che muove la classifica anche se di poco.

E’ già ora di cambiare pagina. Il Napoli è atteso dall’andata delle semifinali di Tim Cup, ospite del Siena. La prima occasione per lasciarsi alle spalle questo momento poco brillante. 

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