Napoli-Cesena: quando una partita non si vince sulla carta

Napoli vs Cesena era una partita che, sulla carta, doveva rappresentare poco più di un allenamento infrasettimanale, una chance per giocatori che trovano poco spazio durante l’arco della stagione, al cospetto di un Cesena sceso a Napoli al solo scopo di limitare i danni, facendo una precisa scelta, ossia quella di pensare agli imminenti impegni di campionato, che vede i romagnoli nei bassifondi della classifica, optando per una formazione imbottita di ragazzi. Una sorta di vittima sacrificale, dunque, che sarebbe servita al Napoli, oltre cha da lasciapassare per i quarti di finale di Tim Cup, anche per testare il nuovo acquisto Vargas, alla prima con la maglia azzurra.
Doveva essere una passeggiata, invece ne è uscita fuori una partita vera, vibrante e ricca di emozioni, culminata dal gol vincente di Pandev a pochi minuti dalla fine, che ha suscitato molte polemiche, a causa del famigerato “gol fantasma” e gli strascichi che normalmente ne conseguono.
Il Napoli scendeva in campo con il modulo classico, anche se Mazzarri attinge a forti dosi dal settore rincalzi di lusso. In porta, Rosati prende il posto di De Sanctis, mai nell’occhi del ciclone come in questi ultimi giorni, a causa di una “non” esultanza, poco gradita a qualche amante del sospetto. In difesa, Fernandez al posto di Campagnaro e Britos al posto di Aronica. A centrocampo, turno di riposo per Gargano e Maggio, sostituiti rispettivamente da Dzemaili e Zuniga, mentre in attacco la novità è Vargas, al posto di Pandev.
Gli azzurri iniziano in surplus; mantengono un certo predominio territoriale, ma di pericoli veri e propri verso la porta di Ravaglia ce ne sono ben pochi. Inler è abbastanza scarico e si vede, Vargas ha chiaramente bisogno di tempo per potersi integrare con i nuovi compagni, Zuniga è il solito motorino che però non riesce a concretizzare quello che di buono c’è nelle intenzioni, lo stesso Cavani stenta ad entrare in partita. Tutto questo però, è anche merito dei ragazzi che Arrigoni ha mandato in campo. Una buona miscela di forze giovani abbinate all’esperienza di calciatori di esperienza. Bogdani e Rennella rendono la vita abbastanza difficile a Cannavaro e compagni, mentre a centrocampo emerge la verve di Tommaso Arrigoni (niente a che vedere col mister romagnolo) e Popescu capaci di imbrigliare, insieme a Giuseppe Colucci, Inler e Dzemaili rendendoli alquanto improduttivi.
Viene siglato proprio dal giovane Popescu, il gol che porta in vantaggio il Cesena. Una disattenzione di Vargas che tocca istintivamente all’indietro un pallone, su cui Zuniga e Cannavaro, in ritardo, consentono al centrocampista romagnolo di battere Rosati. Un errore che probabilmente demoralizza il cileno, dopo il quale combina davvero poco in mezzo al campo: qualche appoggio, qualche punizione conquistata, ma qualche errore di posizione che penalizza anche i suoi compagni, vedi Cavani con il quale si scontra in area di rigore, vanificando una buona occasione per pareggiare. Errori dettati anche dalla voglia di fare bene e dalla troppa pressione che in questi giorni è stata esercitata sul ragazzo. Poco male, perché il talento di Vargas non è in discussione, ed il tempo, per dimostrare che gli 11 milioni di Euro sono stati un buon investimento, non mancherà di certo.
Finisce il primo tempo ed anche la partita del cileno, rimasto negli spogliatoi per fare spazio a Pandev, sicuramente più rodato e attualmente l’uomo più in forma di cui può disporre Mazzarri. Magari il Mister poteva concedere almeno altri dieci minuti al “Turboman”, ma vista la situazione del risultato all’intervallo e soprattutto quella del finale, non si può dire che la scelta sia stata sbagliata. Il macedone infatti, trasforma radicalmente la manovra offensiva azzurra. Si vede che il ragazzo sta bene, perché tenta, e sovente riesce con una certa efficacia, giocate di fino che solo qualche tempo fa nemmeno pensava di effettuare. Davvero tutta un’altra musica.
Il Napoli conquista metri in campo ed il Cesena, stando per le energie spese nel primo tempo, indietreggia e barcolla al cospetto degli azzurri che cingono d’assedio l’area avversaria. Esce un impalpabile Inler sostituto da Maggio, con conseguente spostamento di Hamsik in mediana e di Zuniga sulla trequarti. Da uno dei tanti calci di punizione conquistati dal Napoli nasce il pareggio: punizione dal limite di Pandev, sinistro teso che Ravaglia non trattiene e Cavani ribadisce a rete seppure da posizione defilata. Palla al centro e Napoli a testa bassa alla ricerca del gol che vorrebbe dire qualificazione ai quarti, senza passare per i supplementari.
Esce anche Britos per fare spazio ad un altro esordio, il terzo della serata, quello di Donadel. Un innesto che modifica nuovamente il sistema di gioco. Difesa a quattro com Maggio, Fernandez, Cannavaro e Dossena, centrocampo composto da Donadel e Dzemaili, mentre Hamsik, Zuniga e Pandev supportavano l’azione di Cavani.
A quattro dalla fine il gol vittoria, altra punizione dal limite conquistata dal Napoli, stavolta dal lato corto, sulla destra. S’incarica di nuovo della battuta Pandev, pallone che passa e Ravaglia respinge al di là della linea di porta. Entrata? O forse no? Sta di fatto che il guardalinee comunica all’arbitro che il pallone ha oltrepassato per intero la linea, indicando quindi il centrocampo. Doveri fa sua la decisione e convalida il gol agli azzurri tra le proteste dei calciatori del Cesena. Il Napoli tiene fino al novantesimo, controbattendo adeguatamente gli ultimi tentativi degli uomini di Arrigoni di pareggiare, e vincendo così per 2:1, una partita diventata assai difficili, al contrario di ogni previsione della vigilia. Nei quarti di Tim Cup, il Napoli attenderà la sua avversaria che uscirà dall’incontro tra Inter e Genoa, da disputarsi la settimana prossima. Nel frattempo, ci sarà da preparare il delicato impegno di campionato contro il Bologna. La rincorsa è appena cominciata, e sarebbe un vero peccato fermarsi già da adesso. 

ANTONIO SALVATI

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