La bufera tattica generata dall’arrivo di “Turbo-man – Vargas”

In qualsiasi altra società del mondo, a prescindere da trofei e fatturato, utili a classificarlo come club “piccolo”, “medio” o “grande”, l’arrivo di “uno come Edu Vargas” sarebbe stato accolto con gioia, in quanto sinonimo di buon auspicio per le sorti calcistiche della suddetta squadra, in un futuro prossimo o remoto, sarebbe apparso secondario.

Si celebrerebbe l’acquisto di un buon giocatore in quanto tale,  senza contornarlo di “ma” e di “se”. Ma Napoli non è una piazza qualsiasi.

Non lo scopriamo di certo oggi e non ha tardato ad accorgersene anche Vargas.

Il calore della gente lo ha colpito, anche se non ha ancora avuto modo di passeggiare per la città ed imbattersi in quel folklore calcistico puramente partenopeo.

Ancora non ha visto il piccolo, ma solenne altare, allestito nel cuore del Centro Storico di Napoli, dedicato al “Dio” di questa gente e che racchiude il fanatismo misto ad adorazione in quella reliquia, accuratamente conservata: “capello originale di Maradona” è quanto scritto su quel biglietto su cui è, da anni, adagiato quel brandello di storia. Nero, corto, apparentemente insignificante, se solo non appartenesse a lui: D1OS.

Non sarà necessario che traducano quella frase a Vargas affinché ne comprenda il senso e, ancora di più, il valore.

Perchè per i napoletani il calcio è un Vangelo e il Napoli una religione, Maradona il loro Dio, intoccabile, ineguagliabile, irraggiungibile nella sua infinita grandezza e negli anni, è stato susseguito dai diverse tipologie di discepoli, più o meno fedeli al suo verbo, a seconda di quanto si siano dimostrati capaci di professare “la parola di Dio” in campo.

Anche per questo, l’arrivo di un nuovo discepolo viene accolto con dubbio e trepidazione, scetticismo e speranza, aspettative e scaramanzia.

In attesa di capire se sia un “profano” o un “erede”, è inevitabile che le luci dei riflettori siano tutte puntate su di lui.

Nonostante la tenera età, questo giovane talento del calcio cileno, anche se solo nella realtà calcistica del suo Paese, ha impressionato per quanto finora ha mostrato di essere capace di fare. Nell’arco temporale che ha preceduto l’ufficialità del suo acquisto, i giornalisti si sono svenati nel tesserne le lodi e nel sottolineare l’importanza di conseguire un acquisto di simile portata, giustificandola non solo focalizzandosi sul valore del giocatore in quanto “pezzo pregiato” da aggiungere alla rosa azzurra, ma insistendo anche sul fatto che fosse necessario battere la concorrenza degli altri Club europei che avevano delle velleità sullo stesso Vargas, per rilanciare il forte segnale, già prepotentemente urlato dal Napoli sui terreni di gioco di squadre di prestigio, in grado di sancire, così, la comprovata forza del club partenopeo e certificarne le ambizioni.

Il paradosso più emblematico della vicenda è rappresentato dal siparietto “tipicamente napoletano” che sta avendo luogo, da quando Vargas è approdato a Napoli

Non ha ancora toccato un pallone, eppure è riuscito ad alzare un polverone enorme.

Acquisto in prospettiva o in grado di dare un contributo alla causa già nell’immediato?

Per trovare una risposta a questo quesito, tutti vogliono sapere quando, ma ancora di più “come” giocherà Turbo-man.

E allora, le ipotesi sviscerate sono molteplici, fantasiose, articolate.

Ce ne sono per tutti i gusti e sono, senza dubbio, destinate ad accrescere in numero, di giorno in giorno, finché i riflettori non verranno puntati su altro/ un altro.

Nel suo arrivo a Napoli è insito l’addio di Lavezzi a fine stagione, qualcuno sostiene.

Ma non tutti concordano.

Alejandro Mazzoni, procuratore del Pocho, in tal senso, ha contribuito a gettare acqua sul fuoco, dichiarando che non vede nell’acquisto del cileno una condizione necessaria e sufficiente per garantire la partenza del suo assistito.

Come ormai anche i sassi hanno ribadito, il Napoli ha sempre apertamente dichiarato l’intenzione di investire in giovani interessanti e promettenti, senza, al contempo, privarsi dei gioielli attuali.

 Allora perché esiste il “caso – Lavezzi – Inter” ?

Vargas sarà il vice-Lavezzi, qualcun’altro è pronto a giurare.

E’ come dare le perle ai porci!” Esclama indignato chi vede in Vargas un gran talento.

Uno spreco enorme , pertanto, tenerlo relegato in panchina, come tappare la bocca a Frank Sinatra!

E se, invece, fosse il Lavezzi vice- Vargas? Replicano altri ancora. 

Non bestemmiamo! Il Pocho è l’anima indissolubile di questa squadra!

Rilancia chi vede nel giocatore argentino un tassello irrinunciabile della scacchiera di Mazzarri. Eppure, finora, Pandev non lo ha fatto per niente rimpiangere e appare un compito piuttosto arduo per il cileno, attirare su di sé le preferenze di Mazzarri, con il macedone che imperversa in questo stato di grazia. E, se Pandev continua ad avvalorare in maniera così rumorosa la sua presenza in campo, una volta recuperato Lavezzi, è davvero così scontato che sia il macedone ad accomodarsi in panchina?

E in questo caso, quale sarebbe il ruolo di Vargas in questa disputa?

Un “terzo incomodo”, spettatore non pagante di questo duello o un “diretto avversario” che può contendersi alla pari con gli altri due il posto da titolare?

C’è chi presume che Mazzarri, pur di non imbattersi in scelte scomode, rivoluzionerà quel modulo che finora ha sempre stimato essere “intoccabile”, pur di consentire a Vargas e Lavezzi di coesistere all’interno del rettangolo di gioco.

Addirittura c’è chi sostiene che dietro l’acquisto di Vargas si celi un’operazione di carattere esclusivamente finanziario: comprare il calciatore ora, ad un costo relativamente esiguo, per poi rivenderlo allorquando il valore del suo cartellino raggiungerà cifre rilevanti.

Insomma, di carne a cuocere se ne è messa davvero tanta e in attesa di vedere cosa rimarrà, una volta svanito il fumo, l’unico dato certo, al momento, appare questo:  se Vargas, in campo e palla al piede, avrà  sugli avversari lo stesso impatto che hanno avuto sui media le notizie a lui riconducibili, Mazzarri rischia di vincere Champions e Campionato, schierandolo perennemente titolare!

Luciana Esposito

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