Lavezzi: “Napoli mi ama ma resterà sempre la città di Diego”

Il Pocho Lavezzi è in argentina che sta continuando la sua vacanza riabilitativa ma tra pochi giorni ritornerà a Napoli per continuare le terapie dopo l’infortunio subito in campionato. Durante questo riposo forzato l’attaccante azzurro si è completamente dedicato al suo Thomas e ha trovato anche il tempo di rilasciare un’intervista al quotidiano argentino ole clarin.

“Thomas ha sei anni e durante l’anno purtroppo lo vedo poco e quindi quando sono in vacanza cerco di passare la maggior parte del tempo con lui. Vive a Rosario e gioca a calcio con bambini più grandi di lui e dice di voler diventare un attaccante. Io non pretendo che diventi un calciatore a quest’eta bisogna solo divertirsi”.

Il Pocho ricorda anche la sua infanzia: “Quando hai problemi finanziari ricevere regali è difficile ma nonostante questo la mia è stata un’infanzia felice. Mia madre si è separata da mio padre e ci ha cresciuti lei e non ci ha fatto mai mancare niente. Se ho mai sofferto la fame? Non proprio, tutto costava tanto ma mia mamma ha fatto di tutto per non farci mai mancare niente”.

“Il primo pallone? Mi sembra che mi fu regalato per Natale o per il compleanno. Cercavo di farlo durare il più possibile”.

Il primo stipendio: “All’Estudiantes mi davano 100 pesos al mese era un periodo difficile e il mio agente copriva tutti i costi. Poi quando passai al Genova comprai la mia prima casa e dissi a mia madre che non avrebbe più dovuto lavorare”.

Grazie al calcio sono cresciuto molto non solo sotto l’aspetto economico ma soprattutto sotto l’aspetto culturale, vivere circondati da altre persone, viaggiare ti fa crescere tanto”.

L’associazione ANSUR: “E’stato sempre un mio desiderio aiutare chi soffre mi rivedo molto nelle loro situazioni. La realtà di oggi è differente da quella dei miei tempi, adesso gira molta più droga. Vorrei dare loro delle opportunità”.

La Champions: “Il Chelsea? E’ una squadra difficile ma noi quando siamo in serata è difficile batterci.”

Se Napoli è la città di Diego o del Pocho? Napoli sarà sempre la città di Diego. Se gioco sono felici e io apprezzo tutto l’amore che mi danno. Hanno tanto affetto nei miei confronti che purtroppo ancora non sono riuscito a conoscere tutta la città. Vivo praticamente chiuso in casa e vado a mangiare sempre allo stesso posto e non giro in centro. Una volta andai in un negozio e impiegai tre ore per uscire. Il traffico è andato il tilt e hanno dovuto chiamare la polizia. Questo adesso per me è la normalità”.

Altri casi: “Dopo un gol a Milano un tifoso venne da me e mi regalò un cavallo da corsa. Ricordo anche quando dovetti lasciare l’allenamento chiuso nel bagagliaio di una macchina. L’unica certezza che ho è che in nessuna altra parte del mondo potrei ricevere un amore così”.

 

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