Il punto: attenuanti da Champions, ma non fasciamoci la testa

 

 

 

 

 

 

E’ stato visibile agli occhi di tutti che il Napoli di ieri sera è sembrato indulgente e permissivo contro un avversario modesto come il Novara. Dal fischio d’inizio, infatti, si è avuta l’mpressione che gli azzurri avessero la mano leggera nel provare l’affondo che avrebbe potuto dare un risvolto quantomeno diverso alle pieghe della gara. Ed invece abbiamo assistito al remake di Bergamo, con una squadra che lascia minuti di gioco al caso, costruisce poco e male, non incide e non attinge in modo determinante dai propri argomenti, e ne avrebbe da propinare. Il fatto è che quando il risultato non viene centrato, i temi negativi sono sempre i soliti, uno tra tutti è quello della “solitudine” di Lavezzi nel provare da solo quella spinta determinante per portare in cascina la vittoria del match, con gli altri allegri spettatori solo raramente partecipi alle iniziative d’orgoglio dell’argentino. Esempio che calza a pennello è Cavani, dolorante si, stanco d’accordo, ma è leggermente irritante vederlo affrontare azioni di gioco e contrasti in modo sufficiente, da scolaretto alle prime armi, da spadaccino senza sciabola. Di conseguenza anche gi altri suonano poco e male la sinfonia da champions che ha portato lontano in Europa. Solita canzone verrebbe da dire, ma la verità sta nel mezzo, come direbbe qualcuno, già perche il Napoli sciorina azioni in velocità degne delle imprese con il City ed il Villarreal, a sprazi concede manovre belle a vedersi, ma che mancano nell’atto conclusivo, quindi di un finalizzatore con licenza di metterla dentro. Anche stasera il “golletto” è arrivato nel finale con un’azione rocambolesca, mentre le trame costruite in maniera consona ad un gioco corale si perdono per superficiali conclusioni o passaggi finale incoerenti con quanto creato. Ci sta l’appannamento dopo il match di Champions, e c’è pure che un nuovo ruolo a centrocampo assegnato ad Hamsik non ha dato i frutti sperati, nonostante lo slovacco giochi in mediana con la sua nazionale. Ma non diamo la colpa al ruolo dato a Marek, ne tantomeno alle scelte di Mazzarri, poichè sarebbe incoerente e controproducente, ed andrebbe a rinnegare una politica che abbiamo imparato ad accettare già ad inizio campionato. Poi stasera la difesa era quella dei titolarissimi, con Campagnaro Cannavaro ed Aronica che hanno svolto il proprio compito senza infamia e senza lode, Maggio e Dossena sulle corsie hanno dato una spinta piò o meno continua, meno sicuramente Christian che ha anche sbagliato troppo in zona gol. Dzemaili è oramai considerato la prima alternativa a centrocampo, per cui non si può parlare più di inadattabilità al ruolo o quantaltro, tant’è che stasera ha dato il suo contributo, sempre più qualitativo. Pandev ha giocato in maniera soddisfacente per la prima parte del match, concedendosi molte pause nella ripresa fino a scomparire nel finale, ma è comprensibile per un giocatore che ha da completare la propria fase di rodaggio. Di Cavani ed Hamsik abbiamo già parlato, resta sua maestà il Pocho Lavezzi , santo, martire e martoriato (dagli avversari), uomo-ovunque della squadra anche quando il Novara si chiude a riccio, portando nella propria trequarti tutti e dieci gli elementi in campo, la miccia che accende le fasi della partita, se solo fosse seguito da qualcuno in grado di appoggiare costantemente la sua manovra, sarebbe anche decisivo in fase di conclusione; un esperimento che potremmo suggerire e che spesso Mazzarri ha fatto in passato in determinate situazioni, è quello di affiancargli Zuniga, provato anche stasera ma forse quando il match aveva preso strade diverse e disconosciute ad un’identità che una squadra ambizosa come il Napoli dovrebbe incidere a fuoco nel proprio DNA. Il colombiano ha dato ultimamente ampie credenziali di affidabilità quando si è trattato di velocizzare la manovra e di dialogare ai limiti o nei pressi della trequarti avversaria (ergo l’azione di ieri sera che lo ha portato a sbagliare il passaggio filtrante per Maggio). Per il resto Mascara ed Inler poco hanno dato al match, se non la constatazione che Gokan si prende troppe pause, a volte pericolose, specie in zone delicate del campo. Mazzarri ha da lavorare sotto l’aspetto psicologico, per garantire alla squadra la giusta dimensione , consona aillo stato attuale del campionato del Napoli, è cioè in un momento in cui è fondamentale non perdere altro terreno, perchè chi ci precede ha allungato il gap di punti ed ulteriori distrazioni potrebbero essere fatali. Ma è pur vero che parlare di trasferta fallimentare è eccessivo, ma soprattutto definire il Napoli “fuori dai giochi” in campionato dà fastidio alle orecchie e ci sembra ingiusto nei confronti di un gruppo meraviglioso, che necessita di appoggio morale per continuare lo splendido cammino ed il crescente sviluppo in fase caratteriale. Guardiamo questo punto come l’ennesimo step, seppur breve, verso un recupero in graduatoria che continuerà prima della sosta natalizia con due mpegni casalinghi contro Roma e Genoa, da cui il Napoli potrebbe conseguire un possibile bottino pieno, utile per rosicchiare punti alle quattro sorelle in fuga. Non fasciamoci la testa, anche perchè non ci sembra che gli azzurri siano feriti.

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