Scudetto 2006, parola fine, please !

I campanilismi non c’appartengono, visti protagonisti e antagonisti (Juve e Inter ndr), premessa importante su cui gettare le basi di una riflessione. Dopo l’ennesima, ma non ultima, sentenza del tribunale di Napoli, alle soglie di un fine d’anno importante  per diverse squadre di vertice (che qualcuno avvisi il Napoli), rimescolare le carte di una situazione fino ad oggi abbastanza chiara sembra fuoriluogo, ma forse il termine giusto è snervante. Già, perchè sentir parlare di rivalutare la sentenza del tribunale sportivo in merito all’assegnazione dello scudetto 2006, di richiesta di risarcimento, di ricontrollare registri e registratori, riascoltare telefonate, nomi, persone in ballo, innocenti, colpevoli, ignari e ignorati, beh, ha il sapore di un gioco perverso per stomaci forti. Ma, a volerla dire tutta, per quale arcana e intima soddisfazione si chiede di ridisegnare le sorti di una sentenza sulla quale il principale attore protagnista aveva le redini in mano della propria dirigenza ? in particolare, quale sarebbe il valore di un titolo così infangato e dubbio come quello del 2006, dove la stessa Inter se l’è visto affibbiato, e chissà quale santo in paradiso non ha dato il “là” ad approfondimenti sugli evidenti (sembrerebbe) coinvolgimenti di dirigenti della stessa società nerazzurra ? Volendosi immedesimare nei panni del prototipo del tifoso juventino (con estrema difficoltà, non ce ne vogliano i “nemici” bianconeri, sempre calcisticamente parlando, per carità) ci risulterebbe difficile accettare la riassegnazione di uno scudetto che oggi più che valere un campionato, significherebbe impugnare lo scettro di “tricolore dei piagnistei” oppure “lo scudetto dei tribunali” o ancora ” Vincitori del campionato di calcio Serie A – TIM” volendo sottolineare il gestore telefonico visto l’ampio utilizzo e la distribuzione di manica larga di schede telefoniche ad uso e consumo dello specifico destinatario, ma potremmo continuare all’infinito col gioco del “trova il nome appropriato al Campionato”. Il Signor Andrea Agnelli viene da una scuola che gli ha insegnato lo spirito più propriamente sportivo del calcio, ne siamo sicuri (a voler tener conto della parentela), pertanto sarebbe gradito ai più un passo indietro, che sia definitivo, e che, ne siamo sicuri, riabiliterebbe in parte la figura di un team, la Juventus, che nel corso di questo quinquennio ha calamitato a sè un alone di grigiore che stona; urgesi una ventata di “colore” che riabiliti una società che è stata pur sempre una delle protagoniste del calcio mondiale. La storia impone un’uscita di stile; la porta è già spalancata, ne approfitti Sig.Agnelli

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