Goal.com: Sette ragioni per cui il Napoli può diventare tricolore

In una mano la sciarpa, nell’altra un corno. Passione e scaramanzia, a Napoli, vanno di pari passo. Ed è per questo che dopo il tris al Milan la parola Scudetto è incredibilmente tornata tabù, da sussurrare a bassa voce o – ancora meglio – da non pronunciare neanche, pena interdizione perenne da Fuorigrotta e dintorni. Incredibilmente, sì, perchè se quella vista all’opera contro i rossoneri non è una squadra in grado di lottare per il titolo fino in fondo, allora Cavani è biondo, sovrappeso e poco lucido sotto porta.

L’ennesima, magica notte del San Paolo ha definitivamente consegnato al campionato una grande che grande è tornata ad esserlo veramente. Nella cifra tecnica, nel piglio, nello stile. Oggi, il Napoli, ha almeno sette ottime ragioni per sperare concretamente di vincere lo Scudetto. Arriveranno momenti di flessione, la stagione è appena cominciata. Ma la sensazione è che gli azzurri abbiano gettato le basi per un’annata da protagonisti. Magari vincente.

1. BASE VALIDA ED EVOLUTA

In molti sembrano averlo già dimenticato, ma il Napoli lo scorso anno è arrivato terzo. E con pieno merito. Il gruppo, insomma, è quello che si è dovuto arrendere solo a Milan e Inter, arricchito da nuovi, preziosi elementi. Inoltre per gli azzurri dei Cavani, degli Hamsik e dei Lavezzi, un anno in più è un anno di evoluzione e di crescita.

Altrove, costretti a fare i conti con la carta d’identità, lo stesso lasso di tempo rappresenta un passo in avanti sul viale del tramonto. La differenza è notevole.

2. UN MERCATO CHIRURGICO

Abbiamo parlato di innesti. Sono stati undici, quest’estate. Su tutti ne spicca uno, Gokhan Inler, che ha già cambiato volto al centrocampo partenopeo. Calmo e lucido nell’impostazione, sempre presente in fase di contenimento, puntuale e dominante: lo svizzero è la pedina che mancava al Napoli. Anche per esaltare al massimo le doti di un Gargano che sembra rinato.

Poi, in seconda battuta, i vari Dzemaili e Pandev, Fernandez e Santana. Pedine che torneranno utili quando ci sarà da far tirare il fiato a qualcuno e non si dovranno lasciare punti per strada.

3. WALTER MAZZARRI

La vera chiave di volta dell’estate azzurra, più di qualunque altro colpo, è stata proprio la riconferma del tecnico toscano, ad un passo dall’addio al termine di una primavera tormentata vissuta a tinte bianconere, virtualmente sostituito da Gasperini prima del colloquio chiarificatore con De Laurentiis. Lì, in quel faccia a faccia, sono state poste le basi per un nuovo step verso il paradiso.

Nessuno come Mazzarri riesce a tirare fuori il massimo da ogni suo giocatore, l’intesità di gioco che ha dato al Napoli non ha simili – in questo momento – in Italia. E quando dopo un 3-1 al Milan si presenta corrucciato davanti ai microfoni per lamentarsi dell’approccio alla gara, vuol dire che anche lui è consapevole di quanto sta accadendo.

4. GAP CON IL MILAN RIDOTTO

Domanda secca: chi più del Napoli, ad oggi, vi dà l’impressione di poter dire la sua nella lotta per lo Scudetto? Delle due milanesi solo il Milan è rimasto avanti agli azzurri come potenziale tecnico, anche se meno distante rispetto ai blocchi di partenza di un anno fa.

L’Inter dovrà ritrovarsi prima di mettere in campo il proprio ‘peso’ (e non sembra qualcosa d’immediato), la Juventus sta convincendo ma dovrà fornire ulteriori conferme perchè passare dal settimo al primo posto non è come bere un bicchier d’acqua, la Roma (ancora a secco di vittorie) stuzzica appena e non è pronta per vincere. A rigor di logica, un Napoli più forte di quello arrivato terzo nella passata stagione non può che ambire ad un solo traguardo.

5. ENTUSIASMO SENZA EGUALI

Banale, ma fondamentale per capire una sfumatura importante del momento attraversato dagli azzurri: a Napoli si respira un entusiasmo contagioso, trascinante e travolgente. Di quelli positivi, che si traducono concretamente in goal.

L’urlo del San Paolo spinge, fisicamente, Cannavaro a compagni. E’ la vera marcia in più. L’applauso che accompagna un tentativo ardito, un errore senza conseguenze, anche una fase complicata, rappresenta un aiuto psicologico indifferente. Un plus che a fine anno porta in dote qualche punto in più.

6. L’EUROPA NON SPAVENTA

Ritornello di inizio stagione: ‘Il Napoli non potrà ripetersi in campionato perchè la Champions League gli porterà via troppe energie’. Magari avranno visto lungo gli scettici, siamo appena a metà settembre. Ma una prima, importante conferma è già arrivata: battere il Milan dopo aver strappato un punto in casa del Manchester City è l’iniezione di fiducia che tutto l’ambiente aspettava.

La dimostrazione concreta che essere belli in Europa e in Italia, a distanza di pochi giorni, è possibile. Per gli azzurri, tra l’altro, non è neanche una novità. Già lo scorso anno Mazzarri e i suoi hanno dovuto fare i conti con un Europa League tirata quasi come una Champions. E i risultati, nonostante una panchina poco lunga, non sono mancati.

7. EDINSON CAVANI

Ecco un altro di quelli aspettati al varco dopo i 33 timbri stagionali del 2010/11. Eccezione o regola? Propendiamo per la seconda, dopo i quattro goal in altrettanti giorni tra Manchester City e Milan. Uno più bello e importante dell’altro. Tutti di prima, da bomber implacabile e fenomenale, come se ne trovano pochi in un campionato.

Per il peso che riesce ad avere in ogni partita, c’è solo un giocatore al suo stesso livello: Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese ha lo Scudetto nel DNA, Cavani e il Napoli hanno tutto per provare a clonarlo.

Sergio Chesi – Goal.com

Fonte: Goal.com 

 

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