CdS Gargano: Napoli oje vita oje vita mia

Da così a così. La vi­ta di Gargano calciatore oggi è tutta un’altra cosa. Alle spalle i momenti neri. Quelli d’una condizione fisica precaria, del­lo strappo con Mazzarri e fi­nanche dell’incertezza d’un do­mani ancora azzurro. Via. Tutto cancellato. Gargano ora ha la faccia della felicità e in tv, a Sky Sport 24, si conce­de persino l’ardire, lui che baz­zica ancora poco il napoletano e che ancor meno riesce ad es­sere intonato, di esibirsi in un ” oje vita, oje vita mia” che la ispirata coppia Califano- Can­nio ( parole e musica de ” O’ sur­dato nnammurato”) mai avreb­be immaginato sarebbe diven­tato l’inno irrinunciabile di una squadra di pallone che allora, quasi cent’anni fa, non era an­cora nata. E’ che El Mota, il piccoletto, ha ricominciato daccapo e l’ha spuntata su chi lo dava già con la valigia pronta, oppure terza scelta del nuovo centrocampo.

«Sì, quest’estate giravano stra­ne voci di mercato. Su di me e anche su Marek, che molti ve­devano come il Mister x del Mi­lan. Invece siamo rimasti tutti e due. E siamo felici che sia fi­nita in questo modo» .

FAMIGLIA- Questione anche di famiglia, si capisce. L’idea che i due cognati azzurri potessero dividersi, infatti, non piaceva proprio nel condominio Ham­sik- Gargano. «Perché – spiega il centrocampista uruguaiano – viviamo praticamente assie­me » .Già, ma com’è che le cose sono cambiate all’improvviso? Com’è che Gargano si sta fa­cendo addirittura preferire ai nuovi arrivati? Ebbene, la do­manda ha almeno tre risposte. La prima: Gargano, fresco del­l’oro della Coppa America, ha ritrovato una condizione atleti­ca eccellente. Fondamentale per uno come lui, che fa della corsa, della rapidità le basi del­la caccia al pallone. Poi: la di­sciplina tattica. Mazzarri l’ha trasformato. Basta anarchia e basta pure sprechi d’energia e rischi per la squadra.

Cosicché l’uruguaiano è diven­tato padrone del suo pezzo di prato. Però con il passaporto per ripartenze brucianti come quella che ha regalato a Cava­niil secondo gol col Milan. La terza ragione ha nome e cogno­me: : Gokhan Inler. In lui Gar­gano ha trovato una sponda di grande qualità e certezze e si­curezze – anche tattiche – che probabilmente prima non ave­va. Si sposano bene, insomma, le caratteristiche dei due e an­che per questo è cambiata la vita da mediano in crisi di Gar­gano.

RAPPORTO- E il rapporto con Mazzarri che s’era incrinato?

« Cosa che succedono- spiega sereno -.Accadde a Bari. Stavo giocando in una posizione che mi piaceva pure, più avanzato, quando fui sostituito. Ci rimasi male e uscendo dal campo non nascosi il mio malumore. Ma poi ho capito. Abbiamo parla­to. Mi sono scusato. Storia pas­sata » .

E il futuro, invece?« Per me– racconta –il futuro è solo il Chievo. Poi sarà la Fiorentina, poi il Villareal e così via ». In­somma, Gargano non vuole guardare assai lontano. Vuole godersi il felicissimo momento della squadra, l’entusiasmo della gente, il San Paolo che dopo tanti mugugni e persino qualche fischio ha ricomincia­to ad averlo tra i suoi preferiti. Belle sensazioni che tornano e che aveva temuto di non prova­re più. Una parola, però, non vuol pronunciare: scudetto.

« Macché. Dopo due partite si può mai parlare di scudetto? » .

No, ma cantare forse sì. E pa­zienza se si stona.

Fonte: Corriere dello Sport

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