L’altra partita: quello che non sapete di Napoli Milan

Napoli, 18 Settembre ore 20 e 45,
l’erba del S. Paolo è sempre più verde…

Si aspetta di essere chiamati come per un’operazione.

Cavani continua a passarsi il topexan anche se non ne ha bisogno, Aronica
ha i pantaloncini a rovescio, Cannavaro lo sfotte, Lavezzi è disperato perché non
trova le sue scarpette gialle, noi le vediamo ai piedi di Cassano ma non
abbiamo la prova tivvu’, Pato ascolta il ciddì a pezzotto che ha comprato a
piazza Garibaldi dal cugino di Seedorf.

Fuori campo  i cronisti col solito rito porta jella che prevede elogi al personale (cioè i nostri calciatori) fino a quando non si
infortuna qualcuno.

Stasera nel mirino c’è Lavezzi. Speriamo sia imbottito di sale grosso.

Sono le nove si parte: il Napoli
attacca con la tattica “Facc o scem p nu ji à uerr”, che si espica con un sonno
indotto che dura il tempo che l’avversario si è appaciato nella convinzione che
sta’ giocando da solo.

Aquilani approfitta del sonno
indotto per segnare subito un potentissimo gol di testa. Esulta, si alza la
maglia facendo leggere a tutti la scritta provocatoria SECONDOTESTOMALE, poi la
riabbassa perché dopo la capocciata al pallone inizia a dubitare che il
messaggio sia ancora valido, è l’undicesimo minuto.

Passano tre minuti: Cavani guarda Mazzarri e gli chiede se PERFAVORE può iniziare a segnare perché si sta scocciando, il
coach gli dice di si. Pareggiamo.

Cassano gioca bene, saranno le scarpette di Lavezzi quelle? Ma si!

Si anche perché ora che ci penso è stato
per buoni dieci minuti a fingere (e male) di cadere, proprio come fa in genere
il pocho.

Nel corso del match è  stato ritrovato Gargano mentre passava una
bella palla a Maggio ma Pato si è incazzato perchè la voleva lui, scatta quasi la rissa, poi Pato nota della somiglianza tra Maggio ed il neomelodico sulla copertina del ciddì e lascia correre. Tagliavento lascia correre a patto che Pato gli presti il ciddì (già ha capito che è il nuovo album di Tony Colombo).

A questo punto Gargano si carica di carica positiva e negativa e supera il provino per sostituire la buonanima di GIRIPIRIPI’ KODAK prima però fa segnare Cavani su di una sua ma gi ca giocata.

Due a Uno, si chiude il primo tempo.

Negli spogliatoi scende il
Presidente a far vedere l’abito color crema appena comprato. Chiede di mantenere alto
il risultato perché ci terrebbe ad abbinare l’abito ad un risultato positivo e
non negativo.

Cavani allora decide che vuole
fare la tripletta e alza gli indici per programmarsela intorno al quinto
minuto. Ci riesce. A quel punto Lavezzi gli dice che dopo la tripletta si potrà
portare a casa la palla per via di una nuova regola sulle triplette. Emozionato
e commosso della cosa Cavani decide di non segnare più onde evitare che per la rabbia i milanisti glielo sgonfino.

La partita a questo punto si
rallenta. Il Napoli ha imparato ad addormentare le partite senza addormentarsi?
Non ci credo! Il Napoli ha creato un equilibrio calmo, talmente tanto che pure
Tagliavento s’addormenta un pò, non vede Cannavaro giocare a pallavolo in area (peccato, la prendevo anch’io la bolletta stasera).

Finisce il match e siamo ai commenti.

Allegri oltre a non essere allegro dice che  hanno perso perché “Si sono fatti influenzare dal risultato”,
quindi fammi capire: hanno giocato male perché già sapevano il risultato?

Mazzarri in compenso è di un triste
che pensi che abbiamo perso noi. Anzi, fammi fa nà ricerca, forse ho visto
davvero un’altra partita…

Naa è quel furbetto che oramai è
proprio uno di noi, con la scaramanzia fino alla punta del colletto della
camicia!

De Laurentis, meglio noto come IL
MATEMATICO RAZIONALE è molto contento per via del fatto che l’abito crema appena ingignato è ufficiale che “non marca a peste”. Finge di non
essere estasiato e dedica la vittoria ad un tifoso che nel pomeriggio gli ha
detto: “Presidè pos è sord!”. Vuole inserirlo nel film, non so se il tifoso o la sua poetica frase.

Infine è il turno di Cavani per il quale: “Abbiamo vinto una bellissima partita”

mentre sullo sfondo il San Paolo gli canta Oi Vita, oi Vita mia.

Allora la
giornalista gli chiede: “L’ha imparata questa canzone? Ti va di impararla e
cantarla per i tuoi tifosi?” e lui risponde che:  “Noi lo sappiamo che ogni partita
si deve dare il massimo, che noi lo sappiamo che il campionato è troppo lungo (e azzurro) per noi… e che quindi
dobbiamo continuare a lavorare duro” .

Si capisce che il Matador
preferisce “Azzurro” a “Oi vita mia”. Va bene lo stesso.

Lo salutiamo e lo vediamo incamminarsi verso Raisport mano nella mano col suo nuovo pallone…

 

di Brigida Rastiello

 

 

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