Pessimismo e fastidio

Da qualche giorno, non si sente più l’entusiamo per una stagione straordinaria della squadra azzurro, leggo anzi un certo pessimismo e fastidio nel commentare la situazione di casa Napoli. Mi sembra necessario premettere la mia riflessione sarà di natura squisitamente economico/gestionale, cercando di tenere a bada l’entusiasmo da tifoso.
Il Napoli allo stato attuale (senza un Centro Sportivo completo, e senza stadio di proprietà) pur con tutta la buona volontà del presidente e la bravura del settore marketing, non potrà mai fatturare piu’ di 150 milioni l’anno (facendo la Champions). Tradotto in stipendi vuol dire non piu’ di 70/75 milioni di monte ingaggi.
Chiunque pensi che il Napoli deve investire per comprare in un’estate sola 4-5 elementi di caratura e conseguentemente di età >27 anni, dal lato tecnico potrebbe aver ragione ma da quello economico purtroppo no. Senza fare follie, solo per adeguare gli stipendi dell’attuale parco giocatori, il Napoli dai 37 milioni attuali arriverà a 50. Quindi per buon senso ne consegue come budget estivo rimane al massimo una ventina di milioni.
Chi crede che si possa o si debba spendere di piu’, lo fa senz’altro in buona fede, ma deve sapere che spendere di piu’ vuol dire fare una bella passeggiata verso un bilancio in rosso, e siccome in Italia il Napoli non è tra le squadre cui è permesso di fare debiti senza fallire, fate voi due conti…
Io ritengo che il Napoli attuale abbia 3 giocatori ottimi, 8-9 buoni anche per l’Europa,  quindi diciamo circa 11/12 giocatori ai quali sono da aggiungere i due acquisti Fernandez e Matavz, e i due centrocampisti che dovranno completare il reparto con le probabili partenze di Blasi e Pazienza, e arriviamo quindi a 16 giocatori (17 includendo un secondo portiere). Per dare un riferimento il Barça ha 18 giocatori “veri” ai quali aggiunge 7 elementi dalla squadra B, non a caso la settimana scorsa a Madrid aveva in panchina il secondo portiere Pinto, Afellay e Bojan, e quattro Under 20. Quindi mettendo insieme 16/17 giocatori di livello medio/alto la prossima Champions la si potrebbe affrontare (con l’obiettivo di non sfigurare, e non di arrivare in finale come qualche tifoso pretenderebbe).

Poi in futuro se la società sarà brava a tirare fuori giocatori dal settore giovanile, potrà concentrare il budget su acquisti di maggior caratura e mirati, e se poi si riuscirà a costruire il centro sportivo e ad avere lo stadio proprio, allora il Napoli potrà fare un ulteriore salto di un centinaio di milioni ( fino a 250/270 milioni l’anno) e solo allora si potrà ragionare in termini di “grande” squadra sul panorama europeo.
Qualunque pretesa diversa, qualunque discorso diverso sono solo chiacchiere da bar sport.

Il progetto Napoli non è un’utopia, e una stagione particolarmente buona come quella attuale non deve far saltare il banco nella testa dei tifosi, altrimenti tempo dieci anni e saremo nuovamente a Martinafranca.  Questo progetto che termina quest’estate il suo 7°anno di vita (alzi la mano chi nell’estate del 2004 avrebbe creduto di giocare nel 2011 la Champions)  se è arrivato qui lo deve innanzitutto alla programmazione. Naturalmente ci sono stati anche errori, non sempre tutto è filato liscio, ma questo rientra nella logica di chi opera, si potrà crescere ancora soltanto proseguendo su questa strada, le scorciatoie non sono mai una soluzione.
Poi, anche a rischio di rendermi antipatico, ripeto quel che ho detto molte altre volte, noi siamo una grande squadra, una grande piazza, c’è grande passione, ma non siamo nè il Real, nè il Barça, nè il Manchester, e neanche (e costa dirlo) l’Inter, il Milan o la Juve per tradizioni di successi e potenziale economico.
Non bisogna lasciarsi sempre inebriare dall’amore di tifoso, ogni tanto è necessario fermarsi e riflettere con onestà e freddezza sulle cose. Un grande futuro si costruisce un passo alla volta, solo così.

Andrea Iovene

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