L’uomo che fermò il Barça

L’uomo da retrocopertina di questa settimana è l’andaluso David Barral Torres dello Sporting Gijon. L’attaccante è balzato agli onori della cronaca sportiva in Spagna perché è stato l’autore del gol che è servito a porre fine alla striscia vincente dell’ onnipotente Barcellona (fermo dunque a 16 vittorie consecutive!). Ma facciamo un passo indietro, chi è l’attaccante del Gijon? David Barral, classe ’83, simpaticamente ribattezzato dai titosi El Tiburón de la Bahía (lo squalo della spiaggia) mentre il suo attuale allenatore, Manuel Praciado, lo descrive come“un bruto con un cuore forte come un pugno”.

Barral è il classico attaccante di peso (1,83x78kg), cresce calcisticamente nella squadra locale della sua città, San Ferdinando (nei pressi di Cadice), per poi approdare nel 2003 nella terza squadra del Real Madrid. L’anno successivo gioca il suo primo campionato da professionista titolare, viene dato in prestito nel Fuenlabrada (una della comunità autonome della periferia madrilena), squadra di terza divisione, concludendo il campionato con 17 finalizzazioni ( record personale di reti messe a segno nell’arco di un campionato) . La buona stagione disputata gli vale la promozione nella seconda squadra dei Blancos, quindi trovando spazio in seconda divisione: in 53 apparizioni mise a segno 9 reti. Nel 2006 passa alla corte di Preciado allo Sporting Gijon, mettendosi subito in evidenza grazie alle sue doti di forza fisica  in area di rigore e grazie ai suoi 10 gol si pose all’attenzione come  il secondo miglior realizzatore  della squadra , alle spalle di Edwin Congo. L’anno successivo si riconferma e migliora il suo score con 11 gol, ed ancora una volta il secondo miglior realizzatore, ma le sue prodezze furono decisive per riportare il Gijon in prima divisione. L’ariete disputa il suo primo e miglior anno di Liga al massimo delle sue potenzialità, ancora una volta giunge in doppia cifra e si conferma uno dei beniamini del pubblico.  Ma dopo quella stagione, determinante per una  tranquilla permanenza in Liga per il suo club, lo squalo cade negli abissi di un campionato anonimo e sotto le attese: infatti tra il 2009 e il 2010 sono due annate avare di emozioni per lui. Dopo un travagliato rinnovo di contratto, in quanto l’attaccante quasi trentenne ritiene che potesse essere la sua ultima occasione, non riesce a rompere la politica di austerità del club e si accontenta di un prolungamento standard fino al 2014.

La stagione in corso non lo vede protagonista fino allo scorso sabato, quando la corazzata Barça è di visita al El Molinòn (stadio del club delle Asturie). Giunti al 16’ Diego Castro (molto apprezzato dalla Fiorentina, ndr) dalla propria metà campo, con un siderurgico passaggio in profondità lungo l’out di sinistra, innesca un inaspettato contro piede per i padroni di casa. Come un predatore, la camiceta 23 (la maglia di Barral) ruba il tempo al campione del Mondo Piquè e continua la sua  travolgente azione verso l’area di rigore. L’esperienza e la gavetta dello squalo negli anni delle serie inferiori sembrano dare una maggiore spinta motivazionale al giocatore. Egli resiste ad un contatto del numero 3 del Barça,  ai 14 metri taglia verso il centro e prima che potessero fermare la sua progressione, Barral fa esplodere dal suo destro un diagonale basso verso il secondo palo che lascia senza reazione Victor Valdes. La partita terminerà in parità dopo un lungo assedio da parte del blaugrana, che grazie a Villa salva gli onori della squadra più forte del mondo. Il gol di Barral vale più di una vittoria, è il gol che moralmente da forza ad un giocatore cresciuto nell’ombra. Paradossalmente è stato uno degli uomini della settimana di Mourinho, dato che ha rilanciato il Real a meno cinque dal vertice. Barral è stato l’uomo che ha  riportato il Barcellona sulla terra! Le dichiarazioni di Pep Guardiola a fine gara sembrano più che eloquenti : “è stato un buon punto, la squadra non ha giocato al meglio, noi non siamo invincibili”.

Alessandro D’Auria

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