Il 29 aprile 1990 il secondo scudetto del Napoli, un ricordo indelebile ed un auspicio non troppo lontano

Venticinque anni. Molti di noi non erano nati, altri erano piccoli, altri ancora ricordano quel giorno come fosse ieri. E non potrebbe essere altrimenti. Salire sul gradino più alto per un popolo ed una città come Napoli è un evento raro e da privilegiati. E’ l’apice di una scalata difficoltosa, un remare controcorrente contro tutto e tutti, in particolar modo la supremazia calcistica e sportiva avversaria che regnava e regna tutt’oggi. Eppure è successo e probabilmente succederà ancora. Nella storia del club azzurro, due solo le date indelebili: una di queste ricorre proprio oggi, il 29 aprile del 1990, quando il tricolore si sposò ancora una volta con l’azzurro del mare, del cielo e delle magliette di scena a Fuorigrotta.

Se la prima volta non si scorda mai, la seconda è ancora più bella forse perché più sofferta ed inaspettata ma fortemente cercata. Il Napoli della stagione ’89-’90 non è come quello dei campioni del 1986. Ce ne sono ancora tanti, capitanati da Maradona, ma devono sudare e tanto, per battere tutti e contrastare il predominio rossonero. Ma quel giorno, proprio al “San Paolo”, il sogno diventa ancora realtà: davanti ad 80.000 persone, i partenopei superano la Lazio di misura con un gol di Baroni e si lasciano andare ad un pianto liberatorio, quello dei campioni. Ancora, per la seconda volta, perché il Milan è caduto contro un Verona già retrocesso. Una splendida storia, così come titolò Il Mattino all’epoca: “E sono due! Più sofferto ma che sfizio!”.

Ed eccoci qui, un quarto di secolo dopo. Di quelle emozioni personalmente ho solo una foto: tre anni e mezzo seduta su un ciucciariello di plastica blu scudettato che conservo ancora gelosamente e rigorosamente integro. Ci sono però video, racconti, libri, poster, lacrime, sorrisi ed indelebili ricordi. E speranze. Quelle di chi ha vissuto ciò che è successo dopo, anche se non bello ma non ha mai messo di credere che la storia possa ripetersi quanto prima, perché adesso ci siamo vicini ad un palmo. Alimentiamolo questo sogno, con la certezza che il tris presto sarà possibile. E di storie di cui saremo nuovamente protagonisti, ne potremo scrivere davvero tantissime.

Alessia Bartiromo
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