Una sola e devastante domanda: perché?

Perché cedere Elif Elmas nel mercato di gennaio? Storia di una separazione sbagliata. Da entrambi i punti di vista.

Comprensibile ma, alla luce di tutto e col passare del tempo, inspiegabile. La situazione legata a Eljif Elmas assume, sia dal punto di vista del Napoli che del giocatore stesso, i contorni di uno scenario paradossale, l’ennesimo di una stagione che di ordinario ha avuto ben poco.

Quanto avrebbe fatto comodo avere un calciatore così, almeno fino a giugno, con uno Zielinski ormai con la testa difatti altrove e un Traorè su cui, ancora oggi, ci sono dubbi circa il riscatto? Non poco, sicuramente.

Elmas via da Napoli, quanto avrebbe fatto comodo agli azzurri
Separazione dolorosa, Elmas e il Napoli non avrebbero dovuto separarsi (LaPresse) – spazionapoli.it

Invece, il nord macedone ha spinto per la partenza, sulla carta, per trovare maggior spazio in maglia Lipsia. Peccato, però, che il totale dei suoi minuti in campo, da gennaio a oggi, arriva ad appena 129’ in campionato (poco più di una partita e mezzo) e appena 19’ nell’avventura in Champions, che si è conclusa con il passaggio scontato ai quarti del Real Madrid.

In attesa di un minutaggio che andrà man mano a lievitare, magari a partire dall’anno prossimo con l’addio di Xavi Simons. Ma la sensazione, anche numeri alla mano, è che la situazione poteva essere gestita in modo migliore da ambo le parti.

Da parte del ragazzo che, finalmente, avrebbe avuto tutto per imporsi da titolare in questa seconda parte di stagione. Non senza dolo anche da parte del Napoli, che non solo si è privato di un calciatore che oggi sarebbe stato oro colato ma si è anche macchiato del peccato di non averlo sostituito con un profilo pronto in egual misura.

Una sola domanda, a questo punto, che sembra più che legittima: perché? La risposta, a oggi, non è altro che un vero rimpianto a cui davvero viene difficile dare una spiegazione.

Home » Notizie Napoli Calcio » Editoriale » Una sola e devastante domanda: perché?

Impostazioni privacy