Garcia si presenta: “Sono arrivato a Napoli per un obiettivo chiaro, c’è una cosa che mi ha colpito”

L’attesa è ormai finita: il Napoli ha ufficialmente presentato il proprio nuovo allenatore, Rudi Garcia. All’interno della splendida cornice del Salone delle feste del Museo e Real Bosco di Capodimonte, il francese ha avuto modo di rispondere alle prime domande da tecnico degli azzurri.

Non ci sono ormai più dubbi: nella stagione 2023/24 il Napoli sarà allenato da Rudi Garcia. Il tecnico francese sarà dunque chiamato ad affrontare la sua seconda esperienza in Italia, dopo le due stagione e mezzo passate alla Roma. Due secondi posti ed un esonero al terzo anno per Garcia in giallorosso, prima di tornare in Francia e portare il Marsiglia in finale di Europa League nonché il Lyon in semifinale di Champions.

Ora però, per il tecnico transalpino sarà tutt’altra sfida personale, alle redini di un Napoli Campione d’Italia e ancora scottato dall’addio improvviso di Luciano Spalletti. A Garcia sarà dunque affidato il compito di difendere il tricolore ai piedi del Vesuvio, ai fini di far rimpiangere il meno possibile il tecnico di Certaldo. E dunque, che presentazione sia, con le prime parole del francese da allenatore dei partenopei che giungono in diretta dal Salone delle feste del Museo e Real Bosco di Capodimonte.

Le parole di Garcia alla presentazione ufficiale

Una splendida location per una splendida presentazione, all’altezza di uno splendido allenatore. Questa l’idea di Aurelio De Laurentiis per presentare a stampa e tifosi il neo allenatore del Napoli Rudi Garcia. Il francese ha dunque pronunciato le prime parole da tecnico dei partenopei, scacciando via quell’area di scetticismo respirata nell’immediato post-annuncio. Di seguito, le parole pronunziate dal tecnico durante la propria presentazione ufficiale in azzurro:

“Prima di tutto vorrei salutare tutti i tifosi e ringraziarli per la splendida accoglienza. Complimenti anche al presidente per lo splendido lavoro fatto quest’anno. Quando sono arrivato in città sono stato accolto da tutte queste bandiere e striscioni azzurri ed ho capito che i tifosi a Napoli sono più passionali di quanto ci si aspetta. Meritano senz’altro che un traguardo del genere venga raggiunto di nuovo in futuro”.

“Il primo regalo che ho ricevuto è essere qui a Napoli con tutti voi. Io ed il presidente abbiamo tantissime ambizioni. Ogni competizione la affronto con voglia di vincere e sono qui per conquistare tanti trofei. Penso che il Napoli ogni anno debba lottare per lo Scudetto ed essere in Champions. Il presidente ha alzato l’asticella in alto parlando di finale, ma tutto può succedere. Ci squadre che hanno impiegato circa 15 anni per vincere in Europa, spendendo tanti soldi ed avendo con se il miglior allenatore del mondo per 7 anni”.

“Io non ho paura di niente, l’unico timore è avere problemi di salute. Ho già fatto i complimenti per la scorsa stagione ma a me interessano soprattutto rosa e giocatori. Quando si andrà in ritiro ed inizierà la preparazione si ripartirà da zero, quindi i giocatori dovranno dimenticare in un certo senso quello che hanno fatto. Dovranno mantenere ben alta la fiducia acquisita lo scorso anno, ma dovranno essere bravi a capire che senza fatica e senza lavoro questo successo non tornerà tanto facilmente”.

“A Napoli ho visto una squadra, con buoni singoli ma soprattutto una squadra, che giocava insieme in attacco e difendeva in coro. C’è anche una lunga panchina, ed è una cosa importante per risolvere partite più chiuse. La cosa che mi ha rassicurato è che il presidente è ambizioso, quindi so che mi darà una rosa di qualità con la quale far divertire tutti i tifosi come l’anno scorso. Le mie squadre giocano all’attacco, sanno gestire la gara e alla fine cercano sempre di concludere il match con un gol in più degli avversari. Quindi datemi il tempo di conoscere al meglio i miei giocatori e vi assicuro che partiremo a bomba, tenendo alto il ritmo fino in fondo”.

“Il Garcia che troverete a Napoli sarà un Garcia con più esperienza rispetto a quello visto a Roma. Come ho già detto sono molto contento di essere a Napoli, in pieno Sud Italia, e non vedo l’ora di conoscere la città. Magari metterò un cappello e dei baffi finti per girare in tranquillità (ride ndr.). La cosa bella di questo lavoro è che, anche se si lasciano spesso amici e colleghi, se ne conoscono di nuovi e sei pronto a scoprire nuove piazze: questo è il bello della vita! In carriera ho più volte dimostrato di saper dare il massimo e sono determinato a fare la stessa cosa qui”.

“Qualsiasi allenatore si fosse seduto quest’anno sulla panchina del Napoli avrebbe saputo che sarebbe stata molto dura. Per fare meglio dopo uno Scudetto devi ripeterti e non sarà tanto semplice. Io arrivo qui ma non vengo a rivoluzionare tutto. Vedremo se la squadra somiglierà a quella dell’anno scorso, e se sarà così ne cavalcheremo l’onda. Poi è ovvio, andrò anche a mettere il mio tocco. Ho usato spesso il 4-3-3 in carriera, ma ho saputo anche variare quando è stato necessario. Il 4-3-3 sembra calzare alla perfezione alla rosa del Napoli, ma ad oggi ci sono tanti dati che vengono analizzati tramite tecnologie varie, quindi bisognerà essere bravi anche a variare. Per questo voglio giocatori intelligenti, abili e capaci ad adattarsi e che non siano vincolati ad un singolo piano A. Al giorno d’oggi è così che si sorprende l’avversario”.

“Se i giocatori, come me, saranno motivati come lo scorso anno allora saremo una squadra forte, dura ed ostica. Quando si vince c’è il rischio che ci si rilassi un po’, ma io sarò pronto ad essere una sveglia per loro. In squadra ci sono tanti giocatori ancora giovani che possono crescere, che possono dare molto e forse anche di più di quanto già dato. Ognuno alla sua età può migliorare, e spero di far parte di questo discorso anch’io. Non farò altro che lavorare con il mio staff per far si che questa squadra resti competitiva”.

“Anguissa ha esordito con me a Marsiglia ed è un po’ il mio pupillo. Sono felicissimo di ritrovarlo ora che è cresciuto molto, sia tatticamente che mentalmente. L’ultima volta l’ho allenato in finale di Europa League ma da all’epoca ha giocato in Spagna, in Inghilterra e in Italia, assumendo ancor più consapevolezza di se stesso. Lui sa che sono una persona molto esigente e sa già che lo invoglierò a dare sempre di più il meglio, per questo è un grande piacere poterlo riavere a disposizione”.

“Il calcio italiano è tornato in alto, in Europa e nel mondo, e lo hanno dimostrato le 3 finali europee di quest’anno. Speriamo di portare Napoli a questi livelli e faremo di tutto per riuscirci. Con il presidente non ho parlato di acquisti e cessioni, non ne ho avuto bisogno. Ho fiducia in lui ed anche per questo ho sposato il progetto Napoli. Lui ha già detto che d’innanzi ad offerte irrinunciabili è difficile resistere, ma nessun giocatore è insostituibile. Le cellule di mercato del Napoli hanno fatto un lavoro straordinario negli anni, portando qui giocatori sconosciuti che poi si sono rivelati fortissimi e funzionali. Non posso che avere piena fiducia in loro”.

“Il Napoli è la squadra perfetta per me? Magari! Spero di trovare un gruppo unito e con voglia di vincere, ma dopo la vittoria dello Scudetto sono sicuro che sarà così. La voglia di vincere e la coesione del gruppo sono in grado di farti scalare montagne insormontabili, ed io dovrò essere bravo a mantenere alto il fuoco dei miei giocatori”.

“Spalletti? Questo è un occhiolino del destino. Lui ha sostituito me a Roma ed io sostituirò lui dopo la sua splendida stagione a Napoli. A Roma il mio pupillo era Gervinho, ma sono convinto che giocatori del genere facciano già parte del Napoli”.

“La cosa principale per me sarà conoscere gli uomini dietro ai calciatori. Le abilità in campo dei calciatori le si conoscono, ma è sul carattere dell’uomo che bisogna andare in fondo. Non vedo l’ora di parlare con ognuno di loro, conoscerli meglio e sapere su che tasto dovrò spingere per motivare ognuno di loro. Sono tutti diversi fra loro, ma il talento indubbiamente c’è. Stiamo già lavorando sulla squadra per vedere chi rimane e chi va via, per vedere come migliorare ulteriormente questo grandissimo organico”.

“Lobotka insostituibile? Ogni singolo calciatore dell’undici iniziale è importante allo stesso modo, ma il fulcro del mio gioco è sempre stato il centrocampo. Non voglio parlare di singoli oggi, ma non posso non riconoscere che Lobotka è un giocatore fantastico. Quindi mi auguro di trovare in questo reparto dei calciatori che giochino bene la palla, abili nel possesso ma anche pronti a difendere subito sul ribaltamento di fronte”.

“Nelle partite del Napoli che ho visto lo scorso anno ho sempre notato undici giocatori correre, senza una superstar che spiccasse su tutti. Questo è il bello del Napoli ed il mio compito è continuare a trasmettere questo ideale ai miei calciatori, dovranno continuare a correre”.

“Il mio motto per la prossima stagione? Umiltà, ambizioni e lavoro, perché non vai da nessuna parte sudore. Rispondo a questa domanda trasmettendo i miei valori. Nella rosa ci sono i big che sono importanti, ma è importante anche il giovane che arriva e va fatto crescere, per far si che tutti abbiano voglia di appartenere alla squadra del Napoli. Nel calcio attuale non ci sono più le bandiere che passano un’intera vita in una squadra, ma per me l’importante resta sempre la maglia che si indossa e lo stemma che si porta sul cuore. Va dato il meglio per rispettare tutto ciò”.

“Le bandiere in città? Non so per quanto tempo rimarranno lì, ma l’importante è che il cuore del tifoso napoletano sia sempre orgoglioso come oggi. Raggiunge questo senso d’appartenenza grazie allo Scudetto, che è dei giocatori, dei tifosi, del presidente ma soprattutto dei tifosi. In carriera ho giocato al Maradona contro il Napoli ed ho vissuto sulla mia pelle le difficoltà che si ha nel giocare qui. I tifosi sono caldi ed appassionati e faremo il massimo per averli sempre alle nostre spalle”.

“Lo Scudetto sul petto a me da più carica e più benzina, e spero che sarà lo stesso per i giocatori. Sarà un onore portare in giro per l’Italia quella maglia ed io e il mio staff dobbiamo dimostrare di esserne all’altezza”.

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