Spalletti, ultima conferenza da allenatore del Napoli: le sue parole

La gara, nonostante veda affrontarsi due squadre senza obiettivi, sarà speciale per tutto ciò che la circonda. In primis, al termine della partita ci sarà la festa per lo Scudetto azzurro, con il sollevamento del trofeo da parte del capitano Giovanni Di Lorenzo e, a seguire, uno spettacolo condotto da Stefano De Martino e con vari cantanti come ospiti.

La partita però sarà anche l’occasione per salutare quello che è forse il principale artefice dell’impresa: il tecnico Luciano Spalletti. L’allenatore ha confermato il suo addio al Napoli al termine del campionato e quindi quella di domani sarà la sua ultima partita da allenatore degli azzurri.

Conferenza Stampa Spalletti
Conferenza Stampa Spalletti

Spalletti saluta Napoli: “Ringrazio tutti”

Spalletti ha parlato nella conferenza stampa di presentazione della gara, in quello che sarà uno dei suoi ultimi interventi da allenatore del Napoli. Di seguito quanto riportato:

Ringrazio tutti quelli che ho incontrato in questi due anni. Una città nata per le grandi passioni come il calcio, tutti i tifosi del mondo e i bambini. Seconda squadra, collaboratori e la società tutta.

Il senso dell’abbraccio? Perché mi sa che c’è nell’aria o lui o te. Io non vorrei che ci fosse qualcuno che annulli l’altro o che ci sia divisione. Una persona che vuole giocare anche un po’dopo un trionfo e tenta di annullare questa insidia nell’aria.

Un consiglio a chi verrà? I consigli si chiedono e non si cercano. Non saprei consigliare nulla.

Tre cose che porto via? Ho parlato ai ragazzi per mesi di qualcosa che nemmeno io avevo impressione. Napoli non va immaginata, va vissuta. Sono sempre stato un po’ napoletano, avevo bisogno di diventarlo del tutto. Porterò un patino per il mare, un cavallo che mi ricorda i miei calciatori che hanno trottato (trovatemi dove comprare il cavallo) e un crocifisso per la fede.

Partita scudetto? Sono tanti i momenti, è determinante avere una mentalità forte, un gruppo di calciatori che sono amici, come hanno fatto vedere anche stamani che non si è fatto niente di interessante dal punto di vista tattico. L’importante è che ci mettano l’entusiasmo giusto. Questa è una squadra giovane, che ha una qualità incredibile. Nel calcio si dice che ci voglia un po’ di tempo per costruire un gruppo importante, noi lo abbiamo fatto in pochissimo tempo. Ha margine per costruire ancora altre cose.

Rapporto con la squadra?  Mi hanno fatto un regalo, ci siamo abbracciati. Questa è una cosa difficile da superare, ti viene il pensiero se hai fatto bene o male a prendere questa decisione. In questi giorni, nell’immaginarmi lontano da questa squadra e da questa città. ho pensato a quanto questa scelta sia difficile. Il cuore ti dice che dovresti continuare perché lasci davvero una squadra fortissima. Ma l’amore per tutto ciò che mi circonda in questo momento, è probabilmente quello che mi ha dato la forza per accettare questa decisione che ho preso. Probabilmente non ero più in grado di portare la felicità che meritano di ricevere sempre queste persone che mi hanno accolto con questo amore. Te ne rendi conto toccando con mano l’affetto che ricevi girando per la città in questo momento.

Cittadinanza onoraria? Mi piace poter essere cittadino di questa città e pensare che anche fra 10 anni potrò tornare qui e essere amico di tante persone, così come poter tornare in quei luoghi dove mi sono trovato bene o quei ristoranti dove ho mangiato benissimo. Magari al posto delle colline ci troverà il mare ma sarà lo stesso sguardo dentro un’ampiezza infinita.

Spalletti: “Decisione presa in modo chiaro”

Mia idea di calcio dopo essere stato qui? La verità sta sempre nel mezzo, l’obiettivo era di riuscire a far capire ai calciatori di saper interpretare anche da soli. Perché non vanno bene le marcature che facevamo all’inizio, a volte ci volevano delle mezze marcature in più. Ma quando dici sempre un po’ di questo o un po’ di quello hai sempre la difficoltà di farti capire, loro sono stati bravissimi ad interpretare le giuste vie di mezzo fra marcatore e zonista. Per fare questo ci vuole un’interpretazione importante dei calciatori, oramai esistono modi differenti di stare in campo. Riuscire a farli ragionare e questo sia quello giusto è il massimo e questi ragazzi ci sono riusciti. Al momento siamo miglior attacco e miglior difesa e abbiamo un buon margine di distanza, anche per i più bravi è difficile dire che gli altri hanno fallito tutti.

Il momento più bello e quello più brutto? Quello molto bello è a Udine quando l’arbitro ha fischiato la fine della partita, quello difficile è stato quando abbiamo perso quella partita ad Empoli.

Momento in cui ho deciso l’addio? Da un punto di vista mio è tutto chiaro, però c’è stato un momento in cui il presidente ha detto delle cose a voi (giornalisti, ndr) e io ho risposto: se è così come ha detto a voi, deve dirlo a me. Poi ci siamo incontrati in quella cena e lì abbiamo sistemato tutto in quarto d’ora. Siamo stati lucidi nel concludere quello che era il motivo della cena, poi lì ci siamo lasciati. Il presidente avrebbe detto poi questa conclusione. Qualcuno ha fatto delle allusioni ma io sono quello lì. In questo caso qui ti fai anche un po’ di male, ma non mi interessa. Ho preso quella decisione perché ho dato tutto quello che avevo, per me lasciare ora è un autentico atto d’amore. Non è un qualcosa di differente, non ho smesso d’amare, ho speso tutto quello che avevo. Chi spende tutto quello che ha, è perché ama tutto quello che fa. Non ho più le energie che servono per essere all’altezza di ciò che si ama e allora si lascia. Però è tutto chiaro, io sono uscito in quella cena dicendo che avevamo definito tutto, che c’erano due stati due passaggi importantissimi cioè l’anno scorso e quest’anno e che il Napoli avrà un grande futuro. Io di coraggio ne ho, non lo ha chi scrive delle cose e poi non viene in conferenza stampa.

Spalletti su Kvara: “Simile a Maradona”

Kvara? Era uno chiacchierato dagli osservatori, c’era solo da immaginarselo in un campionato più importante come quello italiano e doveva essere nel recinto di quei calciatori che potevamo prendere. Lui poteva esserci dentro e dovevamo sostituire un calciatore importante come Insigne. Giuntoli lo tirò fuori da questi nomi, io avevo chiesto a qualcuno in Russia e gli dissi che per ma andava bene. Il presidente aveva delle perplessità per la provenienza, mi telefonò un paio di sere di fila e mi chiese se fossi sicuro di prendere un giocatore georgiano. Lo abbiamo visto in 7-8 e ci aveva convinto tantissimo. Lui è stato ancora più bravo nel metterci ancora più roba di quello che abbiamo visto e nell’essere il professionista che è. Gli ho visto fare delle rincorse che non gli avevo mai visto fare, ci vuole un processo per completare il suo processo di crescita. Ha fatto vedere una qualità e una dolcezza nel toccare la palla incredibile, dà imprevedibilità perché non te lo immagini andare da quella parte. Ha segnano in ogni modo, anche di testa, può farne anche di più così perché ha un ottimo jump. Ha tutto dalla sua parte, potete stare tranquilli: avete un grandissimo campione. Si avvicina davvero a Maradona nel modo di toccare la palla.

Coppa Italia unico rammarico? Ne ho tanti, parlai col presidente e mi disse ‘a me non frega niente della Coppa Italia’. Noi lo abbiamo preso sulla parola (ride, ndr). Per lui era fondamentale arriva fra le prime quattro per mettere a posto i conti della società. Poi per fare questo è stato bravo a prendersi le sue responsabilità e abbiamo risistemato tante cose. Abbiamo fatto praticamente 4 anni in due, io ho imparato ad essere un po’ più imprenditore, lui un po’ più allenatore anche se di calcio se ne intendeva già tanto da solo.

Formazione di domani? Non la so, stamani non si sono allenati Demme ed Olivera, Mario Rui è stato a lungo fuori. Mi piacerebbe che quelli che hanno giocato più spesso e hanno determinato il volume che abbiamo a casa fossero presenti durante la partita. La formazione iniziale sarà molto simile a quella che ha giocato più spesso.

La dedica speciale di Spalletti

Messaggio a chi si è avvicinato adesso al Napoli? L’ho detto all’inizio, ringrazio tutti i bambini che mi hanno abbracciato riempiendomi del loro futuro azzurro. Loro avranno un indelebile passione per dare seguito a quella che è la forza di questa città dal punto di vista calcistico. Ho amici da tutte le parti per vedere questa festa, non sono riusciti a prendere i biglietti ma potranno vedere la città. Napoli è stata brava ad essere disponibile per qualsiasi persona abbai voluto venire a star bene, a gioire, a festeggiare. Napoli ha fatto vedere che la felicità non ha né confini né bandiere. Si è ritrovato che se ci si vuol divertire senza far casino lo stadio diventa un mezzo per stare bene a livello sociale.

Programmi in questo anno? Io non voglio mettere una tuta differente da quella del Napoli, si parte da lì. Ma poi a fine anno si fa l’inventario di quelli che sono gli stimoli e i pensieri, ma quest’anno faccio una ventina di mesi in cui sono uscito dalla panchina e guardo il Napoli dalla tribuna. Sono distante 20 metri da dove ero quest’anno.

Tatuaggio? È una certezza, me lo sono fatto sul braccio per averla sempre sotto gli occhi. Questo tatuaggio sarà la mia cicatrice bella.

Ci hanno detto che Giulia era molto tifosa del Napoli. Si dice che gli uomini che picchiano o uccidono una donna confessano al mondo la propria vigliaccheria. Quando un uomo uccide una donna la uccide più volte, uccide la vita. Lui con la sua malvagità ha cancellato una storia che meritava di essere vissuta, noi di questa storia abbiamo scelto un’immagine, cioè quella di madre e figlio che vanno mano nella mano allo stadio a tifare Napoli, un’immagine che non vedremo mai. La festa di domani sarà anche per loro, anzi loro starano al Maradona insieme a noi. Chi pensa di risolvere le cose con la violenza deve sapere che è un perdente senza futuro.

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