Da Fiorentina a Fiorentina in 365 giorni: l’evoluzione del Napoli di Gattuso

Precisamente un anno fa, il Napoli perse in casa per 0-2 contro la Fiorentina, ricevendo la quarta batosta dopo cinque gare di campionato totali sotto la guida di Gattuso. Precisamente un giorno fa, il Napoli ha affrontato di nuovo la Fiorentina, questa volta schiantandola con un nettissimo 6-0. Sono passati 365 giorni tra le due sfide: cosa è cambiato nel Napoli di Gattuso?

Dopo la rete dello 0-2 definitivo di Vlahovic per la Fiorentina, il 18 gennaio 2020, rimase celebre il pianto di questo bambino nella mente dei tifosi napoletani.

Gli azzurri hanno acquisito una maturità diversa: riescono a divertire e divertirsi pur rimanendo concreti e incisivi (quando sono in giornata). Inoltre, tra le due partite, passa un anno intero di gestione sotto il tecnico di Corigliano Calabro (ovviamente, ma non è una cosa banale). L’unico problema vero e proprio del Napoli di Gattuso – ma se vogliamo del Napoli in sé – è la discontinuità. Spesso il Napoli ha smesso di avere mordente in alcuni momenti anche delle stagioni passate: ciò ha condizionato i risultati finali. Questo il difetto che va corretto. Per il resto, criticare gli azzurri – o ancor peggio il loro gioco – è impensabile.

Tra l’altro, fu proprio dopo la sconfitta con la Viola che Gattuso riuscì a dare un’identità agli azzurri, spronandoli e portandoli anche al successo in Coppa Italia dopo appena 6 mesi di panchina. Successo che rimanda alla Supercoppa Italiana che andrà di scena dopodomani, da giocare di nuovo contro la Juventus.

In appena 13 mesi, Gattuso ha la possibilità di diventare l’allenatore del Napoli più vincente dell’era De Laurentiis, pareggiando Rafa Benitez che ha vinto proprio una Coppa e una Supercoppa nel 2014. Nonostante questo, lo stesso Ringhio è finito sotto le critiche dei tifosi napoletani dopo un periodo buio attraversato a fine 2020. I soliti piagnistei ingiustificabili di chi sa giudicare solo “partita dopo partita” e che non vede assolutamente l’insieme dei risultati.

Infatti, è incredibile pensare come si possa criticare un allenatore che – dopo quel disastroso 0-2 con la Fiorentina – in 35 partite di Serie A ha totalizzato ben 23 vittorie e 3 pareggi, oltre alle restanti 9 sconfitte. Parliamo comunque di 72 punti raccolti e di una media di 2,06 punti a partita: non sarà una media-scudetto, ma la qualificazione alla Champions riesci a centrarla con un andamento simile. Gattuso, poi, è riuscito a fare ciò al primo anno di panchina, altra cosa da tenere bene a mente.

È per numeri come questi che, senza stare neanche a pensarci troppo, il Napoli dovrebbe garantire il rinnovo di contratto all’allenatore (cosa che accadrà dopo la Supercoppa). Numeri che però la gente di Napoli tende a dimenticare spesso e ingiustamente. Ma non facciamo di tutta l’erba un fascio, perché molti apprezzano ancora – per fortuna – il lavoro di Ringhio, che a metà stagione ha portato il Napoli in zona Champions.

Promemoria: l’obiettivo che gli azzurri si sono imposti a inizio stagione è proprio la qualificazione in Champions, dopo la disastrosa parentesi sotto Carlo Ancelotti. Nulla di meno ma neanche nulla di più, almeno per ora… Il progetto con Gattuso parte da lì, e finora ci sta arrivando, continuando a combattere in tutte le tre competizioni attive (Serie A, Coppa e l’Europa League che ripartirà a febbraio). In sostanza? Date a Gattuso quel che è di Gattuso. Con calma, poi, arriverà tutto il resto. D’altronde, se son rose fioriranno.

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Lorenzo Gentile

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