È sempre Juve-Napoli, la sfida senza tempo

Il campionato ha appena finito di scaldare i motori, e tra una Rabona e un colpo di tacco tocca già a Juve e Napoli, l’una contro l’altra in una sfida i cui pronostici fanno gola a molti.

La condizione fisica mostrata dal Napoli nelle prime due gare di campionato sembra essere superiore a quella della Juventus, specialmente se si considera l’ultima prestazione delle due squadra: i bianconeri hanno faticato e acciuffato un 2-2 contro la Roma mentre gli azzurri hanno passeggiato sul Genoa vincendo 6-0. Avversari di diverso calibro sì, ma prestazioni di diverso spessore.

L’ultima volta che le due squadre si sono affrontate in palio c’era la Coppa Italia, trofeo finito meritatamente nella bacheca azzurra dopo una prestazione opaca della Juventus che è comunque riuscita a tenere botta fino ai calci di rigore. Hanno fatto discutere i festeggiamenti dei tifosi ritenuti esagerati se si considera il valore assoluto della Coppa Italia, di fatto il minore di quelli che si possono vincere in una stagione (campionato, Champions League o Europa League), ma tale euforia non sarebbe stata la stessa se in finale non fosse stata battuta proprio la Juve.

Ma che ci sia in ballo lo scudetto, una coppa o che sia una semplice amichevole, Juve-Napoli non è mai una sfida come le altre, perché Juve-Napoli non è solo una partita di calcio. La battaglia non è solo tra due squadre, è tra due filosofie, tra due stili di vita, tra due ceti sociali, tra due aree geografiche, tra due modi diversi e opposti di intendere il vivere stesso. Tutto ciò, nel 2020, può sembrare fuori luogo ma, se è vero che ognuno è figlio della propria storia, il Napoli e la Juventus non fanno eccezione.

È il Sud che si ribella al Nord, l’operaio della fabbrica (magari la Fiat) che non si sottomette al padrone della stessa, il proletariato che sfida la borghesia: il calcio è solo il mezzo di una sfida che si gioca su altri campi. Allora ecco che si spiega una rivalità storica nonostante le due storie diverse e la distanza nel blasone che, a torto o a ragione, resta innegabile.

Allora considerato tutto questo, che valore assume quel colpo di testa di Koulibaly di due anni fa? Quel gol all’ultimo respiro, simbolo di una squadra che combatte il palazzo e che, di forza, lo abbatte e torna a casa fiera, perché la storia sarà quella che è, ma notti così rappresentano la redenzione degli ultimi.

E adesso il Napoli si prepara, si allena, in vista di un nuovo capitolo della sfida senza tempo, cercando di sorprendere l’avversario approfittando del momento di stabilizzazione della squadra di Pirlo. E sarà bello vedere proprio Pirlo contro il suo ex compagno Gattuso, loro due che insieme hanno vinto tutto, dallo scudetto alle Champions passando per il mondiale. Due modi diversi di intendere il calcio e forse anche la vita: l’eleganza, il tocco da una parte, l’umiltà, la grinta meridionale dall’altra. Beh, chi più di loro potrebbe incarnare lo spirito di Juve-Napoli?

Allora che si apra il sipario e che lo spettacolo cominci, perché sfide come questa valgono sempre la pena di essere gustate.

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